In Val Martello  il maso che cresce col «turismo dolce»

MARTELLO. Ampliamento della capacità ricettiva rispettosa del paesaggio e dell'identità del luogo, per favorire il turismo dolce. Così si può definire l'idea di sviluppo del maso Stallwies,...



MARTELLO. Ampliamento della capacità ricettiva rispettosa del paesaggio e dell'identità del luogo, per favorire il turismo dolce. Così si può definire l'idea di sviluppo del maso Stallwies, posizionato a quota 1.953 in val Martello nel territorio del parco nazionale dello Stelvio. Su due varianti progettuali il Comitato per l'edilizia e il paesaggio è stato chiamato, per una consulenza e un giudizio, dalla famiglia Stricker che gestisce la struttura da oltre 320 anni e da 9 generazioni. Nel 1986 il maso ha ottenuto il riconoscimento quale maso avito, ovvero di maso chiuso che da oltre 2 secoli è rimasto in possesso della stessa famiglia: vi si pratica agricoltura tradizionale (tra l'altro viene ancora coltivata l'avena), si alleva bestiame e viene condotto un albergo montano con 5 stanze. La giovane famiglia di Oswald Stricker è alla ricerca di un'attività integrativa per portare avanti il maso, ma desidera che l'eventuale ampliamento ricettivo sia attento e graduale, al fine di poter continuare a offrire agli ospiti l'autenticità del luogo.

In accordo con il Comune e con l'Ufficio del parco nazionale dello Stelvio è stata a tal fine individuata una piccola area turistica nei pressi del maso. Di recente, il Comitato ha effettuato un sopralluogo e, assieme ai committenti, ai progettisti e agli amministratori del Comune e del parco nazionale dello Stelvio, ha individuato la soluzione progettuale adeguata, nonché i materiali e le modalità esecutive più attinenti. Potranno essere così realizzati due edifici, dotati ciascuno di 4 appartamenti per vacanze, posizionati a ridosso del versante dietro la struttura principale del maso. Soddisfatti i membri del Comitato, tutti architetti quotati provenienti da fuori provincia, che salutano simili progetti volti al turismo dolce perché così l'identità dei luoghi è preservata e il paesaggio rispettato. «Grazie al confronto costruttivo, anche in una zona alpina di alta montagna dal paesaggio altamente sensibile e con aree naturali protette, è possibile venire incontro alle esigenze di agricoltori motivati e attenti, rafforzando e valorizzando le risorse locali», sottolinea Hanspeter Gunsch, direttore dell'Ufficio parco nazionale dello Stelvio.













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