Maia, Comune e Provincia tirano Roma per la giacca 

L’ippodromo. Rösch: «Noi ci siamo, però la città da sola non può sostenere l’impianto» Ma sul rilancio amministrazione municipale e provinciale si rimbalzano le responsabilità 



Merano. L’elettroshock qualche effetto l’ha sortito. Almeno sul territorio: ieri il sindaco Paul Rösch si è affrettato a garantire l’appoggio all’ippodromo che Giovanni Martone, presidente della Merano Galoppo, si è detto pronto a riconsegnare il 5 luglio al Comune se non dovesse ricevere adeguate risposte a livello locale e nazionale. «Il Comune sostiene l’impianto come meglio può, ma è una struttura che la città da sola non può mantenere». Giacca tirata a Provincia e Stato. A breve giro di posta la presa di posizione della Svp nell’intervento del candidato sindaco Richard Stampfl: «L’offerta della Provincia è ancora valida, me lo ha assicurato Kompatscher: l’acquisizione della maggioranza dell’areale dell’ippodromo più investimenti per il rilancio della struttura in cambio della cessione al Comune dell’ex Böhler».

Deficit.

Il numero uno della Merano Galoppo martedì ha parlato chiaro: senza effettivo impegno delle realtà istituzionali, si consegnano le chiavi al termine della prima parte della stagione, il 5 luglio. Insostenibile il deficit che si accumulerebbe proseguendo senza correttivi in un contesto, quello dell’ippica, da tempo a tinte grigie, appesantito dalle conseguenze del Covid che ferisce a sangue il capitolo entrate – dagli ingressi alle sponsorizzazioni legate alla frequentazione dell’ippodromo. «Posso comprendere le motivazioni che hanno ispirato la decisione» ha precisato Rösch che ha voluto puntualizzare il fatto che «i fondi statali arrivano a singhiozzo e le trattative per la partecipazione della Provincia sono ancora in corso. L'ippodromo di Maia è senza dubbio un'infrastruttura importante per l'immagine della nostra città. Perciò il Comune ormai da decenni si fa carico di una gran parte del finanziamento della struttura». Il ministero, accusa il sindaco, «non riserva all'ippodromo le attenzioni che merita e, a quanto mi è dato sapere, non si intravvedono all'orizzonte nuove convenzioni che possano modificare l'attuale stato delle cose».

Progetti.

Il fulmine di Martone arriva in un cielo che sembrava volgere al bello grazie alla valorizzazione dell’impianto degli ultimi anni, capace di tornare a calamitare pubblico e attenzioni dell’ippica (anche internazionale). Per la Merano Galoppo però adesso i conti non tornano più, tante promesse sono rimaste tali e così il pressing sulle istituzioni è deflagrato nell’aut-aut. Sullo sfondo, tutt’altro che in penombra, resta il un progetto di investimenti per il definitivo rilancio che si sarebbe dovuto concretizzare con la compartecipazione alla proprietà da parte della Provincia. «Abbiamo presentato al presidente della giunta provinciale la nostra proposta», dice Rösch. Differente la versione fornita dalla Svp (precisata nel box all’interno dell’articolo).

Forse la verità sta nel mezzo. L'ipotesi, ancora da scandagliare nei dettagli, ad oggi è quella di una permuta: il Comune trasferirebbe alla Provincia una parte delle proprie quote della proprietà indivisa dell’ippodromo e in cambio riceverebbe l’ex Böhler. Anche se di stime del valore di terreni e immobili ancora non c’è ufficialità. E la suddivisione delle quote (la Provincia vorrebbe la maggioranza) è un nodo difficile da districare. Nell’eventualità del concretizzarsi dell’operazione, Rösch afferma di non accettare un ruolo subalterno rispetto alla Provincia: «Vogliamo compartecipare, con pari diritti, alle decisioni che riguardano il futuro dell'impianto ippico e quindi anche della nostra città».

Roma.

Se alla giunta Giovanni Martone ha espresso vis-à-vis le sue rimostranze, con una lettera al ministero e ai funzionari delegati alla governance dell’ippica si è fatto sentire a Roma. Denunciando, di fatto, lo squilibrio nelle sovvenzioni erogate agli ippodromi secondo criteri superati (il cosiddetto metodo Deloitte) in spregio alla meritocrazia. Criteri che mortificano Maia. Perché, questo lo affermano per primi gli addetti ai lavori sguinzagliati da interessi di parte, se c’è un ippodromo che in questi anni ha saputo guadagnare stima e apprezzamenti - anche sul piano internazionale - è quello di Merano. Ma le belle parole non bastano più.

«È ora che Roma faccia la sua parte», rincara la dose Nerio Zaccaria, assessore comunale al bilancio e al patrimonio. «A Martone dico: nervi saldi, non gettiamo alle ortiche il grande impegno profuso dalla Merano Galoppo negli ultimi anni ma anche il supporto fornito dal Comune e da altri partner locali. In giunta stiamo discutendo sulla formula per concedere il sostegno richiesto, aspettiamo anche un segnale dalla Provincia».

Zaccaria è stato di recente invitato dall’Anci (l’associazione nazionale dei Comuni) a partecipare al gruppo di lavoro per il rilancio dell’ippica. «Farò presente la situazione meranese e indirizzerò a chi governa il settore a livello nazionale la richiesta di un giusto riconoscimento al movimento dell’ostacolismo e a una realtà d’eccellenza quale Maia ha dimostrato di essere». SIM













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