Nuova sede e grande festa per il 50° della sezione Aia 

Alle celebrazioni tanti ospiti fra i quali il presidente nazionale Marcello Nicchi «Merano ha scritto pagine d’oro della nostra storia». Bazzoli il fischietto più noto 



MERANO. Una sede nuova e una grande festa con la presenza del presidente nazionale Marcello Nicchi: celebrazioni in grande stile per il cinquantesimo della sezione meranese dell’Aia, l’associazione italiana degli arbitri di calcio. Il tutto nella cornice di una giornata completata da una relazione di Nicchi - fra gli altri c’erano Paul Tappeiner (presidente della Figc Bolzano), Umberto Carbonari del direttivo dell’Aia nazionale e Rosario Lerro, numero uno del comitato arbitri provinciale - dai saluti e dai ricordi di tanti ospiti e da una cena natalizia al City Hotel.

Ma prima, l’agognato taglio del nastro della nuova sede con l’assessore allo sport Nerio Zaccaria a rappresentare il Comune che ha concesso i locali occupati precedentemente dall’Aesse Merano. A fare gli onori di casa Michele Volpato, ultimo presidente di una lista di personalità che comprende Egidio Abram, Francesco Ghirardello, Salvatore Sorrenti, Alfredo Tosini, Gerardo Zacchino, Roberto Marigioli, Walter Sorrenti, Paolo Frassanito (due mandati), Vincenzo Russo, Angelo Bardelli (commissario) e Marcello Bianco. Sono loro che hanno retto le sorti della sezione che nacque nel 1968 scorporandosi da quella del capoluogo, dove dal 1960 era sottosezione. Circa 400 i fischietti nati e cresciuti sotto l’ala dell’Aia Merano, che oggi vanta 60 soci. Alcuni di loro hanno spiccato il volo verso i tornei nazionali, le quote più alte sono quelle toccate da Livio Bazzoli che nel 1991 debutterà nella massima serie. A quella direzione di gara seguiranno altre 125 designazioni tra le quali vari derby e classicissime. Pochi anni dopo il salto Uefa, a livello internazionale, per arbitrare 32 partite prima di diventare osservatore. «Era la prima volta di un presidente nazionale a Merano - racconta Volpato - e per noi è stato motivo di grande orgoglio». Nella prefazione al libro scritto da Michele Toccoli e che, con l’aiuto della fondazione Cassa di Risparmio, di Union Print e di Frener Reifer è stato pubblicato per ripercorrere lo sviluppo del club, Nicchi ha celebrato la sezione meranese che «ha già contribuito a scrivere con lettere d’oro pagine importanti della nostra storia associativa». Nella sua relazione, oltre ad aspetti tecnici ha toccato il problema della violenza nei confronti della classe arbitrale che, se in Alto Adige è un fenomeno limitato, a livello nazionale ha contato 400 casi in un anno.

«A guidarci devono essere fair play e valori - prosegue Volpato -, e continueremo a supportare i giovani che si approcciano a questa esperienza e ambiscono a una carriera». Alla festa c’è stato anche spazio per amarcord e aneddoti: a Nicchi è stata consegnata la relazione del suo arbitraggio in Atalanta-Cesena del 1989. Osservatore: Salvatore Sorrenti, padre di Walter, proprio uno degli ex presidente dell’Aia Merano.(sim)













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