Rumore al parco, il Vke: il gioco diritto dei bimbi 

Dopo le proteste dei residenti. La replica dell’associazione che organizza l’attività estiva «Rispetto alle prime esperienze abbiamo ridotto orari e durata per trovare un compromesso»


Sara Martinello


Merano. «le attività estive dei bambini al parco giochi di via foscolo, un trambusto infernale», protestavano l’altro giorno sulle pagine dell’Alto adige i residenti della zona, stanchi di sentire i martelli picchiare sulle assi di legno con cui i bambini meranesi stanno costruendo un villaggio di casette nella piccola area verde incastrata tra via foscolo e via leitgeb. prontamente arriva la risposta del presidente meranese del vke, l’associazione impegnata nel dare a bambini e ragazzi occasioni di gioco e di formazione all’aria aperta. franco bernard porta alla luce il punto di vista di chi, nell’epoca di youtube, dei videogiochi e delle campane di vetro, ha scelto da che parte stare.

Oltre cento bambini.

Suddivisi in tre turni – uno per ogni settimana, fino a domani – circa 120 bambini si radunano ogni mattina al parco giochi in fondo a via Ugo Foscolo per il “Parco giochi avventura in città”, l’attività estiva del Vke. Armati di martello, sega, chiodi e pinza, costruiscono pian piano un villaggio di casette di legno. A seguirli c’è un falegname professionista appositamente assunto dall’associazione, insieme a una responsabile che da oltre trent’anni cura le attività meranesi del Vke. In più, un adulto ogni otto bambini. «Si tratta di cinque giorni la settimana, dalle 9 alle 12.30, quando i genitori arrivano per riportarli a casa – spiega Bernard –. Rispetto alle prime esperienze abbiamo ridotto orari e durata dell’iniziativa, in modo da trovare un compromesso. Sul fronte della sicurezza, poi, i responsabili siamo noi. L’aver assunto un artigiano permette che le attività di taglio delle assi e di costruzione delle casette avvenga sotto la supervisione di un professionista. E se ci fosse il sospetto di pericolosità non credo proprio che le famiglie di 120 bambini ci avrebbero affidato i loro figli».

La natura del parco.

Bernard è presidente della sezione meranese dal 1982. Rispetto alle proteste dei residenti circa la natura dell’area verde in questione risponde che «è un parco giochi da sempre, quindi chi compra casa lì intorno dovrebbe saperlo». E qui la memoria storica: «Quarant’anni fa ci sorgeva un campo di mais, poi il Comune ha acquistato l’area. Ecco, un po’ è anche “colpa” nostra se è diventata un parco giochi: io stesso ho annaffiato parte degli alberi per farli crescere. Ricordo benissimo anche che è un parco giochi fin dall’installazione della struttura di legno già esistente, quest’anno compie 30 primavere». I residenti indicano diversi luoghi alternativi in cui spostare il “Parco giochi avventura in città”. Di contro, Bernard spiega di aver valutato le varie possibilità insieme all’amministrazione comunale. Alla fine la scelta è ricaduta sempre su via Foscolo, dato che offre vantaggi dal punto di vista organizzativo, per esempio la presenza di un bagno.

Per crescere un bambino...

Eppure bisogna ammettere che il rumore può essere davvero fastidioso. Non lo nega nemmeno Bernard. Ma va marcata una cosa: è un’ottima alternativa ai videogiochi e a YouTube. Perché si può scegliere di mettere i bambini sotto una campana di vetro, ma secondo il Vke non sarebbe giusto. Così Bernard: «C’è un detto africano, “Per crescere un bambino ci vuole un villaggio intero”. Significa che dei bambini è responsabile tutta la società: ognuno deve essere disposto a dare qualcosa, a cedere su qualcos’altro, anche se questo può provocare seccature. C’è un prezzo, insomma. Solo così un giorno avremo adulti che abbiano imparato a socializzare, a fare qualcosa. E noi del Vke abbiamo scelto da quale parte stare. Non voglio entrare in polemica con chi abita nei dintorni, ma posizioni massimaliste non le possiamo accettare, altrimenti chiudiamo bottega e continuiamo a marginalizzare i bambini».

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