Agricoltura

Venosta, progetto per tornare a essere il granaio della regione 

Con fondi europei e il sostegno di Idm, da un decennio Karl Perfler coltiva cereali a Cengles  nella zona di Lasa cercando di spronare altri contadini a seguirlo e a creare circoli economici locali e sostenibili


Silvano Faggioni


LASA. “Che ne sai tu di un campo di grano...” Magari se lo saranno chiesto talvolta i giovani della Val Venosta, circondati solo da frutteti, salvo una bella distesa, a Lasa, coltivata a cavolfiori e cappucci. La domanda se la poneva anche Lucio Battisti nella sua bellissima canzone “Pensieri e parole”.

Di pensieri ne avuti tanti Karl Perfler, di Cengles, frazione di Lasa, un filosofo della sostenibilità e del recupero delle colture antiche. Un pensiero in particolare: rilanciare la coltivazione dei cereali in Val Venosta. Di parole oggi ne spende parecchie per convincere i contadini, quelli giovani in particolare, a puntare sui cereali. La sua è una vera e propria “battaglia del grano”, iniziata dieci anni fa, quando colse al volo l'occasione offertagli dal progetto Regiokorn-Granoregio, finanziato con i fondi sociali europei e coordinato da Idm, l'Istituto che in Alto Adige si occupa di innovazione e sviluppo.

Lo scorso week-end a Cengles, nel vecchio magazzino della frutta, Karl Perfler ha accolto tanti visitatori per presentare prodotti a chilometro zero e il suo Getreideprojekt Vinschgau, progetto dei cereali in Val Venosta. Perfler vuole coinvolgere la comunità venostana in un ambizioso progetto, in grado di rivoluzionare non solo l'alimentazione - migliorandola e rendendola più sana - ma anche gli stili di vita troppo improntati oggi sull'“Avere” piuttosto che sull'“Essere”.

Perfler conserva bellissimi ricordi della sua infanzia, quando contemplava i campi di grano. Questi ricordi lo hanno spinto a promuovere un'iniziativa in cui crede fermamente. «Con il cuore vedo bene e perciò inseguo il mio cuore». L'evoluzione tecnologica, lo sviluppo dei trasporti, la corsa al denaro hanno fatto sparire questi campi. Basti pensare che all'inizio del 1900 in tutta la provincia si potevano contare trentamila ettari coltivati a cereali, per lo più segale, ma anche farro, orzo ed altri ancora. Oggi arriviamo sì e no a 350 ettari. Una caduta disastrosa, visti i tempi che corrono. «Oggi si vuole avere tanto e a basso costo», afferma Perfler. Non si calcola che questo “basso costo” possa diventare alto con allergie e intolleranze dovute ad alimenti non più genuini come un tempo. “Zurück zur Natur”, ritorno alla natura, che in questo caso significa ritorno a casa, ai propri campi, ai negozietti del paese, agli artigiani panificatori che impastano farine del luogo.

Se “GetreideprojektVinschgau” avrà successo, ne trarranno beneficio tutti, dai contadini ai produttori, dai commercianti ai consumatori: questo il pensiero di Perfler. La base di partenza è che i contadini siano pagati con un giusto prezzo e non presi per il collo. Questa evoluzione potrà essere di incentivo per molti giovani agricoltori, costretti ad arrotondare con lavori in fabbrica o addirittura costretti ad emigrare stagionalmente (è proprio il caso dell'Alta Venosta). «Se mi permetto di pagare un aperitivo quattro euro, perché non posso pagare qualcosa in più per una bella e sanissima pagnotta fatta con farina locale?» è la conclusione di Karl Perfler, che oltre ad essere un filosofo della vita è anche pianista e artista. Tra l'altro gestisce lo splendido Castello di Cengles, accompagnando i visitatori in tour a... chilometro zero.













Altre notizie

immagini

Il 25 aprile a Bolzano ha anche il volto dei giovani "resistenti"

Dal corteo alle celebrazioni: ecco le foto. La giornata si è articolata in diversi momenti partendo dal palazzo municipale, quindi in via dei Vanga, a Parco Rosegger - via Marconi, al cimitero civile d'Oltrisarco e cimitero ebraico, in via Volta, via Siemens, passaggio della Memoria (via Resia), con l'intervento delle autorità. Quindi piazza IV Novembre e piazza Adriano (foto DLife)

Attualità