Teatro

Bolzano, allo Stabile una stagione d’autore

Si torna a teatro con ben 19 spettacoli sul palco del Teatro Comunale e ben 112 rappresentazioni in tutta la provincia. A dare il via Paolo Fresu e poi, tra i tanti, ci sono Ottavia Piccolo, Natalino Balasso, Claudio Bisio, Michele Placido, Rocco Papaleo e Silvio Orlando


Paolo Gaiardelli


BOLZANO. Il teatro torna a casa e lo fa in grande stile. Si alza il sipario sulla stagione dello Stabile di Bolzano, che dopo un paio di anni tribolati, causa pandemia, ma comunque caratterizzati da sperimentazioni vincenti e convincenti, ritrova la sua dimensione originale, quella del teatro per l’appunto. Con coscienza, e senza paura, ma soprattutto con un cartellone di prim’ordine, scandito da nomi assoluti, per mesi che si preannunciano unici. Sono 19 i soli spettacoli nella Sala Grande del Teatro Comunale, ma, gettando lo sguardo oltre i confini cittadini, si scoprono 30 titoli in 6 cartelloni indipendenti, per un totale di 112 rappresentazioni in tutta la provincia, tra Merano, Bressanone, Brunico e Vipiteno.

Un menù d’autore, o meglio di autori e attori straordinari, tra i quali Paolo Fresu, Ottavia Piccolo, Natalino Balasso, Claudio Bisio, Valerio Binasco, Umberto Orsini, Lucia Poli, Pippo Del Bono, Anna Della Rosa, Paolo Pierobon, Silvio Orlando, Antonio Rezza, Ugo Dighero, Danio Manfredini, Rosanna Naddeo, Tindaro Granata, Sara Bertelà e Michele Placido.

Restando alle vicende bolzanine, inaugura la stagione Tango Macondo. Il venditore di metafore, la nuova produzione dello Stabile che fonde narrazione a musica popolare, tanghi, riti arcaici e contemporaneità. Lo spettacolo che debutterà in prima assoluta al Comunale di Bolzano giovedì 28 ottobre alle 20.30, è scritto e diretto da Giorgio Gallione sulle musiche composte ed eseguite dal vivo da Paolo Fresu. Un viaggio ai confini tra delirio e geografia interpretato da Ugo Dighero, Rosanna Naddeo e Paolo Li Volsi, in dialogo continuo con il trio composto da Fresu, Daniele di Bonaventura e Pierpaolo Vacca e con i danzatori Francesca Zaccaria, Valentina Squarzoni, Angela Babuin e Luca Alberti.

Balasso fa Ruzante (Amori disperati in tempo di guerre) è un altro spettacolo nato e cresciuto a Bolzano e coprodotto con ERT Emilia Romagna Teatro – Teatro Nazionale. Natalino Balasso riscrive l’opera di Angelo Beolco detto il Ruzante e interpreta questo nuovo testo teatrale, nato da una raffinata e profonda ricerca linguistica, assieme ad Andrea Collavino e Marta Cortellazzo Wiel. A dirigerli Marta Dalla Via. Rocco Papaleo assieme a Fausto Paravidino sono i protagonisti principali di Peachum. Un’opera da tre soldi, lo spettacolo che Paravidino ha scritto ispirandosi a Bertolt Brecht, una coproduzione del TSB con il Teatro Stabile di Torino - Teatro Nazionale. Per la prima volta assieme sul palcoscenico, Papaleo e Paravidino affiancati da Davide Lorino, Romina Colbasso, Marianna Folli, Iris Fusetti e Daniele Natali, portano in scena questa epopea dedicata all’antieroe Peachum, re dei mendicanti.La collaborazione con lo Stabile di Torino si rinsalda grazie alla produzione di Casa di Bambola di Henrik Ibsen diretto e interpretato da Filippo Dini. Dalla sinergia tra talenti e personalità di rilievo è nato in seno allo Stabile bolzanino anche Eichmann. Dove inizia la notte di Stefano Massini. In questo dialogo di squassante semplicità Massini, autore rappresentato in tutto il mondo, immagina il confronto tra la filosofa e politologa Hannah Arendt e Adolf Eichmann. A interpretare questo spettacolo nato dalla coproduzione tra TSB e Stabile del Veneto, troviamo Ottavia Piccolo e Paolo Pierobon, diretti da Mauro Avogadro.

Mai come quest’anno un cartellone aperto a tutte le forme del fare teatro d’arte. Michele Placido interpreta ad esempio il perfido Don Marzio nella commedia goldoniana La Bottega del Caffè per la regia di Paolo Valerio. Claudio Bisio, diretto da Giorgio Gallione, è protagonista de La mia vita raccontata male, dirompente monologo tratto dal romanzo di Francesco Piccolo. Due fuoriclasse come Umberto Orsini e Franco Branciaroli vestono i panni di due amici che si ritrovano dopo un non motivato distacco nella commedia Pour un oui ou pour un non. Il tema dell’amicizia è alla base anche di un evento speciale, lo spettacolo The spank scritto da Hanif Kureishi, autore di fama planetaria. Kureishi ha costruito un testo che attraversa un ampio spettro di emozioni, capace di mettere in luce lo spaesamento davanti alla contemporaneità con straordinario senso dell’umorismo e una nota malinconica. The Spank è diretto da Filippo Dini e interpretato assieme a Valerio Binasco.

Nel centenario dalla nascita di Primo Levi caduto nel 2019, Valter Malosti ha firmato la regia e l’interpretazione di Se questo è un uomo portando per la prima volta in scena direttamente il romanzo, senza alcuna altra mediazione. A un’altra opera letteraria, quella di Romain Gary, si ispira il monologo di Silvio Orlando La vita davanti a sé. Nell’ambito di FUORI! il pubblico bolzanino ha avuto modo di conoscere una versione inedita dello spettacolo che ha visto la partecipazione straordinaria di Paolo Fresu. Ora Orlando, accompagnato da una band composta da quattro musicisti, conduce il pubblico tra le pagine del romanzo che dipinge con leggerezza e poesia le vite sgangherate del piccolo Momò e di Madame Rosa. Geppy Gleijeses, Lucia Poli e Maurizio Micheli per la regia di Guglielmo Ferro, sono gli straordinari interpreti di un testo di culto dedicato alla vita dei teatranti: Servo di Scena di Ronald Harwood. Arturo Cirillo, regista e attore napoletano con una spiccata sensibilità per la danza e la musica, darà nuova vita al personaggio di Cyrano de Bergerac. Leonardi Lidi, giovane e promettente regista, ha deciso di riprendere Lo zoo di vetro, il testo più noto di Tennessee Williams. Pippo Del Bono, il talento più folle e visionario del teatro contemporaneo, è protagonista di due spettacoli, La Gioia e Amore, presentati a distanza di pochi giorni l’uno dall’altro. Il filo rosso dei grandi maestri del contemporaneo ha il volto del “maestro invisibile” Danio Manfredini che presenta il suo nuovo spettacolo, Nel lago del Cor: Manfredini descrive la condizione dei lager che rappresentano la ferocia dell’uomo, simboli di terrore e sofferenza, di quello smarrimento esistenziale e spirituale. Nuovo è inoltre il testo Sorelle, scritto dal regista e autore francese Pascal Rambert. Delirante, incontenibile, spiazzante sarà infine lo spettacolo Bahamuth, di Antonio Rezza e Flavia Mastrella, emblema di un teatro che fuoriesce dai binari rassicuranti.













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