la studentessa di terza media 

cara prof, CI MANCA LA vITA DI PRIMA 

Buongiorno prof.ssa Mazzeo lei come sta? Questa situazione ha cambiato in fretta le nostre vite e le nostre routine e ho pensato di scrivere una lettera, per farle sentire la mia opinione. Quando...



Buongiorno prof.ssa Mazzeo lei come sta?

Questa situazione ha cambiato in fretta le nostre vite e le nostre routine e ho pensato di scrivere una lettera, per farle sentire la mia opinione. Quando tutto è iniziato a Whuan, ci è sembrata una notizia come un'altra, un problema “lontano”, di interesse ma non ci riguardava. Ora però, il problema è qui, è nostro lo si può vedere, le scuole sono chiuse, le strade sono vuote, i negozi con le serrande abbassate, le persone hanno paura. Ho pensato che organizzando le mie giornate la situazione sarebbe diventata meno pesante, ed effettivamente sta funzionando. La mattina mi alzo verso le 8.30 e accendo subito il computer per vedere i compiti assegnati e gli argomenti di lezione. In questo modo posso suddividerli per tutta la durata della mattinata. Il pomeriggio faccio i compiti per un’ora circa; e il resto del tempo lo passo a ricamare la sacca di Projekt o leggere il libro che ci aveva assegnato la prof.ssa Resch prima che chiudessero le scuole.

Ovviamente passo anche del tempo a informarmi su cosa stia succedendo, ma pare che le notizie arrivino da sole sui gruppi dei social media. Ho notato che tendiamo a condividere subito le notizie con i nostri compagni di classe, per capire se magari si tratti di una fake news.

Certo che organizzare la mia giornata non vuol dire che tutto sia come qualche settimana fa. A me non è mai piaciuto particolarmente uscire o andare a fare una passeggiata in montagna, ma in questo momento mi pesa molto non poter vedere i miei compagni di classe.

Certo, facciamo ogni giorno videochiamate su skype, ma non è niente in confronto ad essere insieme a loro divertendoci a cucinare qualcosa o a stare in terrazzo a osservare le persone che passano. In questo ultimo mese la nostra classe si è unita particolarmente, e per questo motivo abbiamo vissuto la decisione della chiusura delle scuole come una privazione della nostra libertà. In realtà siamo tutti consci che questo sia stato deciso per il nostro bene, ma ci fa ancora più arrabbiare il fatto che circoli l’idea che a noi ragazzi non interessi nulla del virus. In realtà stiamo prendendo la situazione molto più seriamente di alcune persone adulte, e dato che ci vogliamo incontrare il prima possibile, stiamo tutti seguendo le norme di igiene prescritte. Questa emergenza, in cui ci troviamo, la situazione che stiamo vivendo, credo che ci unisca più che mai. Non c’è più discriminazione, ma solo unione, gratitudine, comprensione, tanta paura, tristezza, malinconia. Ma siamo tutti uguali, tutti insieme, nella stessa situazione, pronti a fare tutto quello che ci viene detto per aiutare tutti noi, non solo noi stessi, vogliamo che finisca presto, vogliamo di nuovo trovarci fuori, all'aperto, per ridere insieme, abbracciarci e fare le nostre scemenze che a questa età servono a crescere e a ricordarle da adulti. Vogliamo ricordare le cose belle quando tutto questo sarà finito, ci ricorderemo gli abbracci, i baci e i sorrisi di quando ci siamo ritrovati, di quando non ci sembrava vero poter stare di nuovo insieme. Per ora però, possiamo solo pensare a quel momento, aspettandolo con un sorriso.

Spero di rivederla presto,















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