Concerto, la band di Delladio e Rossetto al Carambolage 

Bolzano. Lunedì appuntamento al piccolo teatro di via Argentieri Sul palco anche Davide Mariz, Bernhardt Stauder e Anna Mongelli


Tiziana Carrozza


Bolzano. «Estate 1997, una serata tra amici, atmosfera di festa, anzi di festival. Suonavo in compagnia come sempre succede, niente di più normale per me. Un tipo con il basso mi si avvicina e tira giù un paio di riffs. Suoniamo insieme alcuni pezzi. Mi accorgo del suo talento, lo guardo con curiosità, inizio a farmi qualche domanda, ma continuo a suonare. Quando suono, suono, chi c’è, c’è, la musica non vuole domande e ancora meno risposte. La risposta però arriva il giorno dopo: Eric Clapton sul palco. Accanto a lui , il tipo con cui la sera prima avevo suonato. Sono i casi della vita». Perugia, Umbria Jazz, Il “tipo” era Marcus Miller, bassista americano, considerato il re del funk. Così, Marco Delladio, cantante, chitarrista, musicista bolzanino, racconta di sé, della sua vita artistica, ricordando con aria scherzosa e scanzonata, come se a viverli non fosse stato lui, questo e tante altri emozionanti episodi o, come lui li definisce, casualità. Ma se le cose succedono per caso, i talenti di casuale hanno ben poco.

A 17 anni Marco inizia a suonare la chitarra dopo aver studiato batteria per cinque anni . Non sa dire quando e come ha imparato a suonare il pianoforte. Lo suona da sempre. Sa però spiegare bene quale sia il requisito numero uno per diventare un musicista. Con la semplicità che lo caratterizza ribadisce “Per me è l’ascolto prima di tutto . Tutto quello che conosco è il risultato di ciò che ho ascoltato. Ascoltavo i Beatles e la musica Jazz dai dischi mio papà, le note di Chopin suonate al pianoforte da mia mamma. Ascolto da una vita Eric Clapton , Elton John , Django Reinhardt. Quando l’ascolto si fa profondo, si può fare tutto: suonare, cantare, comporre. Già, perché Marco suona, canta e scrive musica. “I testi sono scritti da Sarah Agius, amica e collaboratrice”, spiega Marco. Con lei la melodia diventa subito musica e parole.

Marco nasce nella musica. La madre era una pianista, i fratelli sono musicisti. «Quella della musica - dice - non è un’esperienza che si lascia raccontare in modo cronologico, è un modo di vivere, di crescere nella e per la musica». Ed è un vivere vario, quello di Marco, fatto di diverse fasi, dal Rock al Blues , dal Pop al Gypsy. Marco li chiama territori. Li tocca tutti, li sperimenta spostandosi dalla sua piccola Bolzano all’estero. Si esibisce in concerti in Germania, Austria, Svizzera, Maldive, Inghilterra, Egitto ecc… Di ognuno di questi territori musicali ha varcato i confini ed in ognuno si sente a casa. Gli appartengono un po’ tutti. Ma Marco è in primis un chitarrista ritmico. Ha aperto concerti per personaggi del calibro di Al Di Meola e De Dee Bridgewater , e ha suonato dal vivo con Maurizio Solieri, Andrea Braido , Herbert Pixner ed altri ma a lui piace suonare anche nella dimensione intima della sua città. E ancora una volta nella sua Bolzano, a fare da palcoscenico sarà il piccolo teatro del Carambolage di via Argentieri. Il 10 febbraio, saranno in 5 ad esibirsi, un gruppo più essenziale questa volta : Marco Delladio e Matteo Rossetto alle chitarre ,Davide Maritz al basso , Bernhard Stauder alla batteria e Anna Mongelli come corista. «Sarà un mix di alcuni pezzi dei primi album e altri brani inediti, preludio al nuovo. Non mancheranno come sempre alcune covers». L’esibizione di Marco e Matteo al Carambolage è un evento musicale, quasi un appuntamento fisso da anni .















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