Ecco le barzellette per sorridere sui “vizi” dei nonesi 

Freschi di stampa. In un libro di Sergio Abram un filone ricchissimo L’autore, che è di Laives e vive a Ronzone, ha raccolto oltre 700 detti


Renzo Francescotti


Trento. Come nascono le barzellette, chi le ha inventate, chi ne inventa sempre di nuove? Non ne siamo informati. Viviamo in un mondo in cui, per ogni creazione anche la più modesta, c’è il copyright, il diritto d’autore, la diffida all’utilizzazione se non a pagamento. A pensarci, il territorio delle barzellette è probabilmente l’ultimo ancora non recintato, non a pedaggio, una spiaggia libera aperta a tutti, un paese libertario…Sergio Abram, è nato a Laives da genitori nònesi, di Ronzone; e nella casa dei suoi avi, dopo residenze anche fuori regione, è andato ad abitare. È un naturalista con una cinquantina di libri nel suo bagaglio. Ora, a conclusione di una ricerca iniziata 15 anni fa, è uscito con questo libro di circa 230 pagine, “La sas l’ultima sui nònesi?” che ha il sottotitolo: Oltre 700 barzellette detti e altro sui Nònesi , Solandri, Pinetani e Fornasi. Il libro, acquistabile sul web, è arricchito dai disegni di quell’ eccezionale pittore di animali che è il teserano Bepi Zanon, scomparso nel 2006, amico di Sergio che è un suo grande ammiratore. E pubblica inoltre, oltre a una nota dell’autore, un’introduzione mia (“di uno nato a Cles per caso”, come ha scritto Elio Fox) e ben tre prefazioni, di nònesi veraci : Giacomo Eccher, Caterina Dominici e Giacomo Abram. Troppe, tre prefazioni? Probabilmente sì. Però sono in ogni caso informative, indicative: “Sergio Abram - scrive Giacomo Eccher- con questa raccolta di buonumore rivela un’altra parte della sua complessa personalità, una parte più allegra e disincantata e fuori dagli schemi della scientificità”. Caterina Dominici scrive che l’autore “ha sondato nella memoria collettiva”. Giacomo Abram dice che questa raccolta di barzellette “va a completamento dell’interesse di Sergio Abram per l’interpretazione storica di un territorio, che si manifesta anche con valutazioni grottesche, ma scaturite spontaneamente da un modo di vita semplice e da interessi culturali radicati là dove si vive”. Quanto a me, nella mia introduzione, ho cercato di chiarire un po’ le idee su cosa sia l’umorismo, ricordando come lo vedessero personaggi come Aristotele, Valdo Emerson, Bergson, Pirandello, Freud. E mettendoci modestamente la mia, spiegando che per me la comicità scatti da una controsenso, da un paradosso, dalla rottura della logica, dall’accadimento di quello che non ti aspetti. Ma sono veramente spilorci (come nelle barzellette sui genovesi o gli scozzesi ) i nònesi , così come appaiono in queste storielle? A mio avviso è inutile porsi il problema. Ognuno può giudicare anche per esperienza personale…In ogni caso c’è da rimanere colpiti e stupefatti come in questa pubblicazione (divertente come un libro umoristico e istruttiva come un saggio antropologico, un unicum nel Trentino), l’autore abbia saputo raccogliere tanti esempi di spilorceria dei nònesi e affini: ovvero tanti innumerevoli, geniali, surreali modi i di risparmiare e fare soldi.













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