Il Jemm Music Project  fonde i suoni del mondo 

Il concerto. La formazione altoatesina capitanata dal badiota Max Castlunger a Dobbiaco Domani sera strumenti di diversa provenienza daranno vita ad accattivanti ritmi alternativi 



Bolzano. Dopo lockdown, cancellazione, rinvii vari, la musica live torna timidamente a farsi sentire, e soprattutto si appropria di spazi spesso affascinanti, preferibilmente all’aperto. Tra i più belli c’è il parco del Grand Hotel di Dobbiaco dove domani, 21 agosto, alle 20.30, avrà luogo il concerto di Jemm Music Project. La band altoatesina, capitanata dal percussionista badiota Max Castlunger, che si circonda sempre di una dozzina di strumenti come Steel Pan, Balafon, Hang, e diversi strumenti a fiato fiati, è formata Jack Alemanno (Wooden Drums), Mirko Pedrotti (Vibrafono), Marco Stagni (Basso), Matteo Cuzzolin (Sax Tenore), Demetrio Bonvecchio (Trombone), e, per l'occasione, avrà anche ospite il batterista bolzanino Andrea Polato, che si unirà al gruppo con la sua batteria e le percussioni elettroniche. Il progetto parte dalla world music e cala i sei musicisti in un contesto globalizzato, allontanandosi dal tribalismo ancestrale per ritrovarlo nella contemporaneità dell'improvvisazione e della musica dance. Antichissimi strumenti africani incontrano gli steel pan caraibici e trovano un'evoluzione negli handpan degli anni 2000. La batteria subisce il percorso inverso perdendo le pelli e diventando completamente di legno: nascono così i wooden drums. Il basso elettrico e il vibrafono portano il ritmo arcaico nel presente, mentre la sezione fiati fa da ponte con le grandi band cosmiche degli anni '70. Sul palco sono presenti anche percussioni costruite artigianalmente con tronchi d'albero altoatesini: espressione di quel richiamo alla tribalità che pervade le nostre città e i nostri costumi.

«Proponiamo un repertorio misto tra brani tratti dal nostro ultimo album “Hive” e composizioni nuove, fresche in anteprima del nuovo album che uscirà l’anno prossimo- ci spiega Max Castlunger -. Il genere musicale è stato battezzato dal Jemm “Hive Music” che sta per l’incontro tra vari generi musicali, la musica etnica, il jazz e la musica dance».

Caratterizzati da groove, improvvisazioni e melodie orecchiabili, uniscono strumenti di diversa provenienza geografica, come lo steel pan caraibico e il balafon africano, a strumenti auto-costruiti come i tamburi delle alpi e la wooden drums, per sposarli poi a strumenti più convenzionali e spesso usati nel jazz quali il trombone, il sax, e il vibrafono. Il pubblico non si limita ad ascoltare, ma partecipa attivamente con la voce, con il movimento, con il battito delle mani, trovando così nel concerto un’occasione di esperienza emotiva e sensoriale intensa. Il concerto sarà introdotto alle 19.30 e chiuso dalle 22.30 dal dj set di Wicked and Bonny, due giovani dj di Silandro che dal 2014 portano in scena il proprio Soundsystem auto-costruito che sprigiona le giuste frequenze per ballare la loro musica originale tra Dub, Drum and Bass e Elettronica. Il concerto sarà supportato dall’amplificazione del Music Club di Egna, guidato da Romolo Radicchi.

Come si sa il Grand Hotel di Dobbiaco, che un tempo ospitava intellettuali, artisti e compositori, oggi si apre a diverse manifestazioni sia musicali che culturali e ospita musicisti e amanti della cultura, pensatori liberi e imprenditori, amanti della musica classica e appassionati di teatro. Dal 2018 la gestione delle attività del centro culturale di Dobbiaco vengono date in mano alla“Fondazione Euregio Centro Culturale Gustav Mahler Dobbiaco Dolomiti” che, con un team di giovani motivati, si pone come obiettivo, tramite diverse iniziative, di creare un luogo di riferimento operatori culturali della Val Pusteria e oltre, per diventare sempre più luogo d’incontro per giovani. Dopo la decisione di cancellare le rinomate Settimane Musicali Gustav Mahler e il prestigioso Alto Adige Festival, è stato deciso di dare vita a una piccola serie di concerti tra agosto e settembre, dando spazio a musicisti del territorio e a sostenendoli nei loro progetti, dopo mesi di inattività a causa del lockdown. D.M.















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