Isarco e Talvera: una lunga storia di piene, e di argini per contenerle

Dal vecchio fossato di castel Mareccio a via Orazio, le “tracce” dei vecchi percorsi d’acqua



BOLZANO. Nei secoli scorsi, Bolzano è stata messa più volte alla prova dai corsi d’acqua che l’attraversano: l’Isarco e il Talvera. Scavando negli anni si sono trovato le tracce di devastazioni lontane. Bruno Mahlknecht in “Bozen durch die Jahrhunderte” (Athesia) racconta come nel 1931, nei pressi dell’odierna piazza Dodiciville, si siano rilevate tracce di vigneti ad una profondità di 6/7 metri. Evidentemente la zona era stata inondata dall’Isarco, non si sa quando: furono costruiti argini ma nel 1757 il fiume tornò ad esondare raggiungendo l’odierna via Grappoli. Via della Rena fu inondata per un’altezza di 2 metri: il livello raggiunto fu marcato su un muro, distrutto poi dalla guerra.

Da sud l’Isarco raggiunse alle volte il duomo e la chiesa dei Cappuccini: un antico argine è venuto alla luce recentemente nel rinnovato sottopassaggio ferroviario nei pressi di ponte Loreto. Scavi recenti sotto il convento dei Cappuccini hanno messo in luce la Bolzano romana, coperta dall’Isarco, che ha anche distrutto e interrato la chiesa-convento di Santa Maria in Augia, i cui resti parzialmente interrati sono visibili nel quartiere di don Bosco.
Quanto al Talvera, sul lato di Gries ha devastato le coltivazioni per secoli e gli uomini hanno eretto argini, alzandoli via via, per scongiurarne i danni.

Lungo via Orazio, sul lato sinistro oltre l’arco d’epoca fascista, si vede ancora un lungo tratto di argine, che riprende poi in via Thuille. Quando recentemente si scavò per costruire la sede della Banca d’Italia con relativo caveau, si raggiunsero i 15 metri di profondità, oltre i quali il muro continuava a scendere. Quando nel 1967 si scavò a Gries per ingrandire l’hotel “Posta”, si trovò alla profondità di 7 metri un torchio per la spremitura dell’uva.

D’altronde, basta una piccola considerazione per rendersi conto della consistenza del materiale trasportato dai due fiumi: le tre più antiche chiese di Bolzano (duomo, Domenicani e Francescani) si trovano tutte a un livello più basso del piano stradale. Per entrarvi, bisogna scendere delle scale.

Venendo al lato sinistro del Talvera, quello più vicino al vecchio nucleo di Bolzano, si nota anzitutto che il fossato di Castel Mareccio è stato completamente interrato. E nei pressi di Castel Mareccio, lungo una scalinata che scende verso il castello dal poderoso argine che fa da contenimento al torrente sul lato est, si nota una lapide che reca la scritta: “1675 – F.HAFNER – PAUMAISTER”.

Quel tratto di argine fu cioè realizzato nel 1675 da Franz Hafner, “Baumeister” (costruttore), ma c’è da precisare che il primo muro di contenimento risaliva al XIII secolo. Attorno ai primi anni del secolo scorso si pensò di trasformare quel lungo (1.300 metri) argine in una passeggiata. Si passò così al progetto dovuto agli ingegneri Tecini e Fähndrich, mentre la parte a giardino la curò l’architetto Molnar di Vienna, seguendo le indicazioni del programma di abbellimento della città stilato dall’oculata amministrazione del sindaco Perathoner.

L’inaugurazione avvenne domenica 1° ottobre 1905 e costituì per Bolzano un evento importante. C’era l’Arciduca Eugenio cui furono presentate 20 personalità puntualmente citate; ma a parte l’arciduca s’intrattenne con tre militari tra cui il contrammiraglio Jenih (?). Lungo discorso del presidente dell’Azienda di cura von Zallinger, la “Bozner Zeitung” ( 2/10/1905) descrive poi attentamente le tante qualità di piante interrate, l’Arciduca dichiara aperta la passeggiata e s’incammina seguito da un lungo corteo. Pranzo all’hotel Bristol dove si tengono altri discorsi (il sindaco Perathoner, il governatore von Schwartzenau, il presidente della Camera di commercio von Tschurtschenthaler), inno nazionale, poi tutti alla volta di Castel Flavon per inaugurare la strada che vi accede (programma impegnativo, quella domenica!). Altri discorsi, festa popolare, ed a sera in piazza Walther migliaia di persone assistettero ad un concerto della banda dei Kaiserjäger.

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