L’insostenibile  leggerezza dei nanetti da giardino 

I nostri consigli. Con «Kitsch» l’arte degenerata e l’eclettismo diventano protagonisti. E poi: le avventure on the road di Nietzsche e «Gli obsoleti» sulla “catena di montaggio” dei moderatori digitali


CARLO MARTINELLI


KITSCH a cura di Marco Belpoliti e Gianfranco Marrone - Riga 41 (Quodlibet, 610 pagine, € 28)

Rivista/libro che ha pochi rivali per curiosità, eclettismo e capacità di approfondimento, “Riga” dedica il suo nuovo numero al Kitsch. Ovvero: arte degenerata, massificata, inautentica e ripetitiva, al servizio dei regimi politici totalitari e della loro propaganda; riduzione dell’opera a souvenir turistico e gadget; gusto medio e massificato; cattivo gusto o totale mancanza di gusto. Oltre trenta saggi, ormai classici sul Kitsch, presentati e commentati da critici, scrittori e filosofi contemporanei; una galleria di testi anticipatori; voci di dizionari enciclopedici, filosofici e artistici; immagini di cinque artisti; una riflessione sui nani da giardino. Già: l’insostenibile leggerezza dei nanetti da giardino…

NIETZSCHE ON THE ROAD di Paolo Pagani (Neri Pozza, 398 pagine, € 18)

3 gennaio 1889, Friedrich Nietzsche esce di casa, a Torino. Ha 45 anni. Da dieci ha lasciato l’insegnamento, è un filosofo errabondo e apolide. Si stringe al collo di un cavallo malmenato da un vetturino, si accascia al suolo in lacrime. La follia gli ha sbriciolato la mente. Si spegne a Weimar, in Turingia, undici anni dopo, demente. Senza mai avere ripreso coscienza. Ma prima? Con un drammatico montaggio a flashback diviso in tre parti (tutta la Germania di Nietzsche, tutta la Svizzera di Nietzsche, tutta la sua brama di meridione con la scoperta dell’Italia e della Costa Azzurra) Paolo Pagani compone un romanzo d’avventura, non una semplice biografia, inseguendo ogni stagione intellettuale del piú dinamitardo dei pensatori.

GLI OBSOLETI di Jacopo Franchi (Agenzia X, 288 pagine, € 15)

Che cosa succede, realmente, dopo che avete inviato una segnalazione a Facebook o Twitter? Chi decide quali video di TikTok o YouTube devono essere eliminati? Gli addetti alla sicurezza di Instagram o WhatsApp possono accedere ai vostri messaggi privati quando siete online? Dopo “Solitudini connesse. Sprofondare nei social media” Franchi, social media manager, racconta “il lavoro impossibile dei moderatori di contenuti””. Dieci anni di inchieste e testimonianze: la ricostruzione della giornata di lavoro di un moderatore di contenuti al servizio delle più importanti piattaforme digitali globali. Addetti alla catena di produzione del nuovo capitalismo digitale: destinati a rimuovere milioni di contenuti, uno alla volta, fino a quando il mondo inseguirà l’illusione della completa automazione editoriale.

IO NON TI LASCIO SOLO di Gianluca Antoni (Salani, 288 pagine, € 15,90)

Due amici per la pelle, Filo e Rullo, scappano di casa per andare alla ricerca di Birillo, il cane di Filo perso durante un temporale. Si avventurano tra i boschi, in montagna, e finiscono nel casolare di un montanaro, Guelfo Tabacci, che si dice abbia ucciso dieci anni prima il figlio di un anno, mai ritrovato. Una storia di amicizia, di formazione, di segreti, con ingredienti misteriosi, inaugura la nuova collana “Le Stanze” di narrativa per adulti di Salani. Un romanzo che ci porta avanti e indietro nel tempo partendo dal ritrovamento dei diari dei due ragazzini, con tanti colpi di scena, un finale inaspettato e un ritmo di scrittura cinematografico. Fiaba metaforica su come poter affrontare i grandi dolori interiori.

LE RIPETIZIONI di Giulio Mozzi (Marsilio, 358 pagine, € 17)

La scrittura di Giulio Mozzi è qui essenziale, ipnotica, con una costruzione musicale per temi e variazioni e ripetizioni che ci fanno scivolare e ci avvolgono nella vita di Mario, nel suo viverla e immaginarla, protagonista o testimone che sia, in un infinito continuamente riproposto. Con la difesa di una impossibile normalità, chiudendo gli occhi a ciò che c'è di misterioso e drammatico dietro ognuno, come la doppia vita della compagna Viola, dolce e morbida con lui, ma che poi si prostituisce e accetta pratiche sadomaso. Non affrontare il lato oscuro degli altri serve a Mario a non fare i conti col proprio, masochista e schiavo della violenza. Eppure, oltre il dolore, si indica una possibilità diversa, fatta di arte e creatività.

UN POSTO TRANQUILLO di Matsumoto Seicho (Adelphi, 196 pagine, € 18)

Un narratore particolare, che fonde tradizioni e mentalità giapponesi con logiche narrative occidentali, con il colore di qualcosa che quasi non esiste più, come per la Parigi di Maigret. Riferimento non casuale perché il raffinato Matsumoto Seicho (1909 - 1992) è definito il Simenon giapponese, anche se questo non è un vero e proprio giallo, ma un'ossessiva, necessaria ricerca della verità su una rispettabile, giovane signora, moglie di un alto funzionario ministeriale, che muore all'improvviso in una profumeria, in un quartiere periferico di Tokyo. Una bella lettura, di certo fascino, grazie anche alla scoperta che la morta amava molto quella forma sintetica di poesia che sono gli haiku.

NELLA LUCE DI UN’ALBA PIÙ FREDDA di Hans Tuzzi (Bollati Boringhieri, 208 pagine, € 15)

Apprezzato autore di saggi sulla storia del libro, Hans Tuzzi è anche scrittore che svetta - per qualità di scrittura e capacità di descrivere persone e cose - nello sterminato elenco di giallisti made in Italy. Il suo commissario, poi vicequestore Norberto Melis, è ancora protagonista, nella “sua” città. Nel 1990 a Milano si ebbero 103 omicidi: per la maggior parte, regolamenti di conti fra la malavita organizzata. Melis si interessa di più ai delitti che coinvolgono individui apparentemente normali, i vicini di casa. Compenetrarsi di queste vite per risalire dalle vittime agli assassini affidandosi alla conoscenza del cuore umano, alle sensazioni, all'intuito è per lui l'aspetto forse più coinvolgente di un'indagine: vedere le facce, sentire le voci, conoscere i luoghi.

SOLDATO TARTARUGA di Melinda Nadj Abonji (Keller editore, 198 pagine, € 16)Zoltán

Kertész, un ragazzo con occhi azzurri che non si dimenticano, vive al confine tra Serbia e Ungheria. Sposta sacchi di farina in un retrobottega, cura teneramente i fiori del suo giardino e riempie di parole inventate le caselle del cruciverba. Il suo mondo è tutto lì. Quando, nei primi anni Novanta, la Jugoslavia si dissolve e scoppia la guerra, i militari lo arruolano ruolino a forza nell’Armata popolare, ma Zoltán non è fatto per il mondo cieco e cinico dell’esercito. Un personaggio indimenticabile e un romanzo toccante (grazie anche all’ottima traduzione di Roberta Gado) che sfida la durezza della guerra con la poesia della lingua. Un requiem per un Paese scomparso, per i suoi odori, le sue luci, la sua gente.















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