La Haydn diretta da Wycik brinda a tempo di valzer

Oggi concerto a Dobbiaco, e poi Trento, Merano, Cavalese e Bolzano



TRENTO

Da Dobbiaco a Cavalese facendo tappa a Trento, Merano e Bolzano, cinque straordinari appuntamenti con l’Orchestra Haydn per festeggiare l’Anno Nuovo. Sulla scia delle feste natalizie, Ekhart Wycik proporrà un programma dedicato alle musiche di Johann Strauss jr. Accanto alle pagine del “Re del valzer” il concerto impaginerà anche celebri brani di Bartók, Arditi, Anderson e Lehár. Solista la soprano Susanne Geb. Ma vediamo nel dettaglio gli appuntamenti. Oggi concerto al Centro Culturale Grand Hotel di Dobbiaco, alle ore 20.30; domani all’Auditorium Santa Chiara di Trento alle 18.30; il primo gennaio al Kursaal di Merano alle ore 17; il 2 gennaio a Bolzano alle ore 20, e infine il 3 gennaio al Palafiemme di Cavalese alle ore 21.

Da quando, più di sessant’anni fa, l’Orchestra Filarmonica di Vienna istituì i concerti di Capodanno, un po’ ovunque nel mondo si celebra l’anno nuovo con i valzer degli Strauss. Non che di musiche viennesi da scegliere non ce ne siano state abbastanza. Ma per Clemens Krauss, allora direttore dei Wiener Philharmoniker, e poi per Willy Boskovsky, fino ad arrivare a Lorin Maazel e ai nostri giorni, quel che incarnava e rappresenta tuttora al meglio l’idea della grande Vienna non sono le musiche dei classici Haydn, Mozart, Beethoven, vissuti a lungo nella capitale, o quelle di Schubert, autentico viennese, ma quelle degli Strauss.

Nel 1890 un sondaggio d'opinione rivelò che i personaggi più celebri in Europa erano, nell'ordine, la Regina Vittoria, Bismarck e Johann Strauss junior, l'esponente di spicco della più famosa famiglia di valzeristi viennesi. Quella degli Strauss fu un'autentica dinastia, fondata nel 1825, il cui successo continua ancora oggi: sulle note dei loro grandi capolavori si celebra il rito del Concerto di Capodanno per una sterminata platea di appassionati.

Il nuovo appuntamento proposto dall’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento è beneaugurante per un 2016 più leggero e sereno come le Polke e i Valzer di Johann Strauss, che ci riportano immediatamente all'atmosfera leggiadra e decadente delle sale da ballo della Vienna fin de siècle di cui Strauss con le sue composizioni era l'indiscusso protagonista.

Nostalgia, desiderio di essere altrove, almeno in altro luogo, se non addirittura in un’altra epoca: buona parte del romanticismo si fonda su questo sentimento, che anima anche Saffi, la protagonista dello Zingaro barone, fortunato lavoro che Strauss compose nel 1885, la cui azione si svolge all’epoca della cosiddetta Guerra di Secessione promossa dagli Stati europei contro Maria Teresa: fu allora che la sovrana chiese aiuto ai nobili ungheresi i quali, in una storica riunione del parlamento di Budapest, balzarono in piedi con le spade sguainate in sua difesa. Come l’Ouverture del Pipistrello, anche quella dello Zingaro barone, posta in apertura di serata, si articola in una successione di parti strettamente collegate fra loro, si alternano motivi di valzer e elementi tzigani il cui colore ungherese è reso attraverso una accurata scelta dei timbri.

Ancora arie e brani tratti da Giuditta e dal Paese del sorriso di Franz Lehár, dalla Principessa della Czarda dell’ungherese Emmerich Kálmán, uno dei più grandi successi della storia dell’operetta andato in scena cent’anni fa a Vienna e le Danze popolari rumene di Bartók, sette brevissime pagine dove le melodie dell’Europa dell’Est si alternano in diversi stili di danza. E danza anche per la conclusione del programma, con il celeberrimo ballabile noto come "La danza delle ore" tratto dalla Gioconda di Amilcare Ponchielli. Per quanto riguarda il direttore Ekhart Wycik. è nato a Hagen in Westfalia nel 1967, ha studiato pianoforte, musicologia e direzione d’orchestra a Vienna e Düsseldorf. È stato assistente all’Arena di Verona e, dal 2005, di Gustav Kuhn al Festival del Tirolo di Erl. Principal Guest Conductor della Wichita Grand Opera in Kansas (USA) dal 2005, dal 2006 al 2010 è stato primo Kapellmeister e vicedirettore musicale del teatro di Dortmund. Tre delle produzioni liriche da lui guidate al Teatro Comunale di Bolzano, allo Staatstheater di Darmstadt e alla Scottish Opera di Glasgow sono state premiate dal quotidiano «The Guardian» e dalla rivista «operaclick». Nel 2015 ha diretto Il galletto d’oro di Rimskij-Korsakov alla Sarasota Opera in Florida.

La solista Susanne Geb invece ha studiato canto, pianoforte e musica sacra al Conservatorio di Norimberga, perfezionandosi poi con Josef Metternich a Monaco di Baviera e con Rotraud Hansmann a Vienna. Dal 2001 torna regolarmente ogni anno al Festival di Erl in Tirolo, dove ha cantato con Gustav Kuhn nei ruoli di Freia, Helmwige, Gutrune e della terza Norna nell’Anello dei Nibelunghi, nella Creazione di Haydn, nella Petite Messe Solennelle di Rossini e nel Te Deum di Bruckner; a Dobbiaco ha cantato la Quarta Sinfonia di Mahler. Con l’Orchestra Haydn diretta da Gustav Kuhn ha cantato la Nona Sinfonia di Beethoven nel 2006 a Bolzano, Trento e Vipiteno e nel 2007 nuovamente a Vipiteno e al Mozarteum di Salisburgo.

(k.c.)













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