«Le musiche di Morricone? Sono tutte belle e perfette»

Merano. Ennio Morricone ha firmato 500 colonne sonore, venduto 70 milioni di dischi, vinto 2 Oscar, 3 Grammy Award, 4 Golden Globe e 1 Leone d’oro. Soprattutto, ha creato autentiche opere d’arte...



Merano. Ennio Morricone ha firmato 500 colonne sonore, venduto 70 milioni di dischi, vinto 2 Oscar, 3 Grammy Award, 4 Golden Globe e 1 Leone d’oro. Soprattutto, ha creato autentiche opere d’arte musicale, che danno i brividi quando le si ascolta. Adesso gli rende il dovuto omaggio l’Ensemble Symphony Orchestra, diretta da Giacomo Loprieno, che porta nei Giardini di Castel Trauttmansdorff a Merano, domani sera con inizio alle ore 21, le più celebri opere del maestro, nel concerto intitolato «The Legend of Morricone».

L’Ensemble Symphony Orchestra si avvicina alla musica di Ennio Morricone dopo importanti collaborazioni con nomi di spicco della musica leggera e rock o soul o blues italiana, come Mario Biondi, Max Gazzè, Franco Battiato, Giovanni Allevi, Renato Zero, Francesco Renga, Pooh, Baustelle, PFM, Andrea Bocelli e anche con grandi nomi internazionali, come Sting, Kylie Minogue, Robbie Williams, Nile Rodgers, Sam Smith, Luis Bacalov. Con oltre seicento concerti tra Italia, Svizzera, Germania, Spagna, Olanda, Francia, Austria, Regno Unito e Belgio, l’orchestra è decisamente versatile e suona ogni tipo di musica, con un repertorio che spazia dalle arie d’opera più conosciute alle colonne sonore - eccoci, appunto - di film di fama mondiale.

Il maestro Giacomo Loprieno, che lo dirigerà dal palco, ci presenta il concerto.

«Il nostro progetto prevede un organico di 40 musicisti, che a loro volta suonano anche come solisti. Poi, come sempre, avremo sul palco anche il soprano Anna Delfino, beniamina del pubblico europeo dell'opera, che farà rivivere l'emozione del “Deborah's Theme” dal film “C'era una volta in America” e il violinista del Cirque du Soleil, Attila Simon, che eseguirà il concerto interrotto per violino da “Canone Inverso”. I personaggi e le ambientazioni sono affidate Matteo Taranto, attore che è stato diretto, tra gli altri, da Ferzan Ozpeteck e Alessandro Gassmann, Enrico Oldoini e Sam Mendes nello “007 – Spectre”. Era anche nel cast di “Il commissario Montalbano”. È un concerto molto diverso da quelli diretti da Morricone con l’orchestra di 120 strumenti. Il nostro è un concerto più... artigianale, ma al pubblico piace molto».

Tra 500 pezzi a sua disposizione, la scelta della scaletta non deve essere stata facile. Cosa avete privilegiato?

«I pezzi che piacciono a noi e i pezzi che piacciono al pubblico, cominciando dalle colonne sonore dei film western degli anni Sessanta diretti da Sergio Leone, come “Il buono, il brutto, il cattivo”, “Per un pugno di dollari” o “C’era una volta il West”. Facciamo pezzi famosissimi e altri meno conosciuti, come “The hateful Eight” di Tarantino o “Maddalena”».

A lei personalmente quale colonna sonora piace di più?

«Cambio a seconda dei momenti. Adesso mi piace “Nuovo Cinema Paradiso”, poco fa preferivo “La leggenda del pianista sull’oceano”... Ma è difficile scegliere: sono tutte musiche belle e perfette».

La sua orchestra spazia dal pop al jazz. La musica non ha confini, secondo lei?

«Noi amiamo mescolare i generi che, tra le altre cose, si intersecano tutti perfettamente. Siamo molto duttili. Gli stili diversi sono un arricchimento per noi. Suoniamo anche musica pop e abbiamo suonato per tanti cantanti».

Questo vostro progetto può servire ad avvicinare i giovani alla musica anche classica, comunque da orchestra?

«Nei concerti, diciamo “pop”, il pubblico è più giovane. Il pubblico di “The Legend of Morricone” va dai 30-40 anni in su, e molti sono coppie, perchè sono musiche molto romantiche».

Il fatto di suonare in un posto bellissimo e idilliaco, su un’isoletta in mezzo a un laghetto, è un valore aggiunto per il vostro concerto?

«Quest’anno abbiamo avuto la fortuna di suonare spesso in luoghi spettacolari, come una necropoli etrusca nel Lazio, il Teatro Romano di Fiesole o le cave di marmo di Carrara. Non conosco i giardini del Castel Trauttmansdorff perchè a Merano ci vengo sempre in inverno per i mercatini di Natale, e mai in estate. Mi hanno detto - conclude il maestro - che il posto è bellissimo ed è sicuramente un valore aggiunto alla musica così evocativa e all’apparato scenico». D.M.

©RIPRODUZIONE RISERVATA















Altre notizie

Attualità