MEMORIA

Vietnam dimenticato, grande successo per la mostra sui legionari 

Rovereto, folla all’inaugurazione con il consigliere dell’ambasciata vietnamita nell'anniversario della sconfitta francese a Dien Bien Phu nella prima guerra d'Indocina



Rovereto. Sold out e grande successo per l’inaugurazione della mostra “Vietnam dimenticato” al Museo storico della guerra di Rovereto. L’allestimento, che racconta la storia dei giovani italiani che hanno combattuto in Vietnam dal 1946 al 1954 con la Legione straniera francese in una brutale e feroce guerra di riconquista coloniale- è nata dalla collaborazione tra la struttura museale e il caporedattore del nostro quotidiano Luca Fregona, autore di due libri su questo argomento, Soldati di sventura e Laggiù dove si muore, editi da Athesia.

L’inaugurazione, non a caso, è avvenuta nel settantesimo anniversario della sconfitta di Dien Bien Phu. La roccaforte francese caduta dopo 56 giorni di assedio da parte del Viet Minh, l’esercito del liberazione del Vietnam, guidato dal generale Giap.

All’inaugurazione era presente Nguyen Thai Hoc, Consigliere dell’Ambasciata del Vietnam in Italia che ha sottolineato come la mostra, raccontando il dramma di migliaia di giovani utilizzati come carne da cannone, sia un monito contro ogni forma di colonialismo. «La nostra vittoria a Dien Bien Phu - ha detto - non fu solo una vittoria del popolo vietnamita: segnò il crollo del colonialismo in Estremo Oriente, e non solo».

Il presidente del Museo Alberto Miorandi ha spiegato come la scelta di indagare pagine rimosse dalla memoria del nostro paese “ci aiuta a capire le motivazioni e le circostanze che portarono tanti giovani, anche giovanissimi, a firmare l’ingaggio e finire nel Tonchino. Affrontiamo così il tema, molto complesso, della partecipazione italiana ad una delle cosiddette “guerre di decolonizzazione”. La loro è una storia di “sconfitti” sul campo o socialmente. Una vicenda “scomoda” a lungo rimossa, anche per motivi politici».

Il direttore del Museo, Francesco Frizzera, ha illustrato i materiali provenienti da ventuno fondi: foto, documenti, lettere, divise, effetti personali messi a disposizione da figli, nipoti, fratelli dei Képi Blanc italiani. Presenti all’inaugurazione anche i familiari - arrivati da Piemonte, Val d'Aosta, Veneto, Liguria, Friuli, Lombardia - di legionari morti Indocina o sopravvissuti con traumi che hanno condizionato il resto della loro vita.

Sono stati molti, infine, anche i legionari italiani, che, di fronte alle atrocità viste, subite o commesse, decisero di disertare e passare col Viet Minh. La mostra oltre che da Fregona e Frizzera, è stata curata da Davide Zendri, Anna Pizzetti e Nicola Fontana. È stata realizzata con il supporto di Athesia e con il contributo di Provincia di Trento, Università di Trento e Comune di Rovereto.

 













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