A22, lavori al viadotto per oltre 12 milioni di euro

La struttura all’altezza di Colle Isarco venne realizzata tra il 1970 ed il 1971 Un’opera ingegneristicamente ardita, ma che necessitava di ammodernamento



BOLZANO. Sono già a buon punto i lavori di riqualificazione ed ammodernamento del viadotto autostradale di Colle Isarco dell’Autostrada del Brennero posto tra Vipiteno e il Brennero tra le progressive km 8+957 e km 9+985. Si tratta di interventi risultati necessari a causa delle mutate norme in fatto di carichi mobili e per risolvere situazioni di ammaloramento dell’impalcato.

Un lavoro molto importante, del costo di oltre 12 milioni di euro durante il quale, a turno, viene chiusa una delle due carreggiate, mantenendo comunque disponibili al traffico due corsie di marcia per chi viaggia verso nord ed una per chi è diretto a sud (e due corsie per ciascun senso di marcia quando dovranno essere chiuse le corsie di sorpasso durante i lavori al cordolo centrale della soletta).

La struttura è stata progettata a cavallo tra il 1968 e 1969 basandosi sulla normativa tecnica di allora, mentre i lavori di costruzione dell’opera si sono svolti tra il 1970 e il 1971. Un’opera ingegneristicamente ardita, sia per i tempi che per le soluzioni tecniche adottate per scavalcare la valle dell’Isarco in ambiente prettamente alpino. Il viadotto misura 1.028 metri di lunghezza con un’altezza massima sul fondovalle di 110 metri ed è costituito da 13 campate con una luce variabile da 45,70 metri a 163 metri. La quota media del piano viabile è posta a 1.182 metri sul livello del mare.

“Quest’intervento di manutenzione straordinaria – afferma l’amministratore delegato di Autostrada del Brennero SpA – si pone all’avanguardia sia per la metodologia d’indagine condotta da Autostrada del Brennero (che ha consentito di conoscere a fondo la struttura oggetto dell’intervento di consolidamento), sia per le tecniche di rinforzo e di protezione strutturali previste, nonché per le tecniche di monitoraggio poste in essere per garantire un continuo e completo controllo dello stato tenso-deformativo della struttura. L’autostrada è uno dei corridoi strategici della mobilità di merci e di persone in Europa lungo l’asse Berlino-Palermo ed è indispensabile mantenerla sempre sicura ed efficiente. Con questi lavori risolveremo alcuni problemi tecnici che si sono venuti a creare in oltre 40 anni di esercizio del manufatto, adeguandolo per gli anni a venire, oltre a sperimentare una tecnologia innovativa che ben si inserisce nel solco della tradizione della nostra società che ha fatto dell’innovazione uno dei suoi punti di forza”.

Della progettazione dei lavori di riqualificazione ed ammodernamento, si è occupato direttamente l’ingegner Carlo Costa, coordinatore della struttura tecnica da lui diretta.

Ingegner Costa, quali sono le problematiche che avete dovuto affrontare nella progettazione dei lavori di riqualificazione ed ammodernamento del viadotto?

«Trattandosi di un’opera concepita alla fine degli anni Sessanta dello scorso secolo e realizzata nei primi anni Settanta, il viadotto è stato sottoposto ad un intenso stress tecnico, causato sia dall’aumento del traffico pesante, sia dai cicli di gelo/disgelo tipici di un’area alpina. I problemi sono emersi nel corso del tempo, tanto che a più riprese la Società è intervenuta con lavori di riparazione della zona più sollecitata, quella della soletta, e nei supporti delle travi. Nonostante questi interventi, la soletta dell’impalcato evidenzia problemi di corrosione alle strutture di armatura, oltre ad una flessione eccessiva, specie per la carreggiata Sud, con deformazioni lente di tipo viscoso delle carreggiate dovute alle tecniche di costruzione dell’opera, sempre mantenute sotto controllo mediante livellazioni. Inoltre, c’è il problema di adeguare il viadotto alla nuova normativa in fatto di carichi mobili».

Come intendete risolvere questi problemi?

«Le indagini condotte hanno evidenziato una flessione eccessiva in prossimità delle campate con luce maggiore, rendendo necessario un’opera di rafforzamento strutturale che si sta realizzando tramite l’utilizzo di rinforzi in acciaio installati all’interno del cassone per una maggiore resistenza dalle intemperie e per una migliore facilità d’accesso e manutenzione che miglioreranno il comportamento del viadotto verso le azioni torcenti, con benefici sensibili del comportamento globale dell’opera. Sono stati installati inoltre ulteriori 12 cavi di precompressione integrativi, posti sempre all’interno del cassone al fine di poterli ispezionare ed eventualmente sostituire mantenendo in completo esercizio il viadotto, riducendo i danni dell’azione del clima e degli agenti chimici utilizzati per le azioni antigelive del manto stradale».

Oltre a questi, sono previsi interventi anche sull’estradosso della soletta?

«Sulla parte sommitale del viadotto s’interverrà per consolidare il calcestruzzo corticale dell’estradosso della soletta dell’intero viadotto, con la previsione di aumentare lo spessore complessivo di 25 mm rispetto all’attuale. Inoltre, sarà eseguita la demolizione e riconfigurazione dei cordoli, così come la parziale demolizione, ricostruzione, rinforzo ed impermeabilizzazione delle solette, con la sostituzione dei giunti di dilatazione e di tenuta all’acqua. Infine, si provvederà al controllo delle barre di precompressione presenti nelle solette delle tre campate con maggiore luce, sostituendole se ammalorate a causa della corrosione».

Ci saranno interventi anche sulle parti inferiori dell’impalcato?

«Si provvederà alla protezione con l’applicazione di anodi laminari di zinco all’intradosso della soletta per la protezione galvanica, all’incollaggio di lamine in fibra di carbonio sulle superfici laterali delle pareti degli impalcati a cassone e l’applicazione di una protezione corticale in tutte le zone d’intervento».

Tutti gli interventi che avete previsto costituiscono una garanzia anche in presenza di futuri, possibili danneggiamenti della struttura?

«La struttura del viadotto è esposta ad un notevole stress climatico, tipico delle zone alpine. Nella progettazione delle azioni di riqualificazione abbiamo preferito adottare una certa ridondanza, cosa che ci assicura la piena resistenza ai carichi della struttura anche in presenza di danneggiamenti di entità superiore a quelli preventivabili nei prossimi decenni».













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