Architettura, da dieci anni la Provincia non fa concorsi 

L’accusa: «Si costruiscono solamente infrastrutture: strade, ponti, gallerie» «Le imprese lavorano con studi esterni, quelli altoatesini sono troppo piccoli»



BOLZANO. È da quasi un decennio che la Provincia non bandisce un concorso di architettura. Questo ha due conseguenze. La prima di tipo estetico: non si ragiona più pubblicamente di opere disegnate, sul senso del costruire, insomma sull'architettura come elemento che modifica il paesaggio, si spera in meglio. La seconda di tipo pratico: si fanno solo infrastrutture, strade, ponti e si procede ormai da sempre, sul resto, con procedure veloci, con chiamata o appalti integrati in cui sono le imprese che si propongono a dettare la linea e, dunque anche l'architettura. Infine c'è una conseguenza che tocca proprio gli architetti: le imprese lavorano spesso coi grandi studi, soprattutto esterni perchè quelli altoatesini hanno in media solo 10 dipendenti e spesso sono costituiti da un singolo professionista. "Questo vuol dire - dice Carlo Calderan, presidente della Fondazione architettura - che noi si lavora poco, quasi sempre solo coi Comuni, per opere piccole e che , non operando in continuità i nostri studi, si perde quel legame, quella rete che fa crescere il territorio, costituita da architetti, imprese artigiane e ditte locali". Ecco uno dei temi (il principale) sul tavolo di discussione dell'assemblea dell'Ordine che ha portato allo Sheraton ieri pomeriggio quasi 600 architetti. Degli oltre 1100 che sono "operativi" in questo momento in Alto Adige. Tanti? Ecco un altro dei temi. Che l'assemblea annuale si è posta, dialogando con tecnici e operatori e anche con l'assessora Waltraud Deeg. Occasione, quella di ieri, pure per ricordare e premiare, figure di architetti che hanno segnato il territorio e costituito un punto di riferimento professionale per i giovani. Come quella di Enrico Giovanardi, del quale ha disegnato un ritratto appassionato il nipote, architetto anche lui, Augusto Visintini autore tra l'altro del recente progetto delle sei torri ecologiche nel nuovo quartiere Druso-Gries assieme al collega Renzo Gennaro. "Giovanardi ha incontrato nei suoi viaggi gli architetti più innovativi da Alvar Aalto a Carlo Scarpa -ha detto tra l'altro Visintini- , portando qui il respiro dell'architettura internazionale ma riuscendo tuttavia a farla dialogare con l'anima del territorio, lui figlio di una coppia davvero mista, padre nobile napoletano e madre imprenditrice gardenese". Guidata dal presidente dell'Ordine Johann Vonmetz e dal segretario Stefano Adami, l'assemblea ha poi toccato altri nodi legati al futuro della professione rispetto alla sua sfera operativa. Come la digitalizzazione che dovrebbe essere finalmente completata. "Questo passaggio o si fa tutti e completamente o è meglio non farlo - ha detto ancora Calderan - perchè non esiste una digitalizzazione a metà. E se tanti nostri interlocutori non hanno la firma digitale, ad esempio, è un passaggio monco". Altro tema, la nuova legge urbanistica provinciale, che dovrà contenere precisi passaggi legati proprio ai concorsi di architettura e la grande legge nazionale sull'architettura, di cui il nostro Paese è ancora privo. E tutti gli ordini provinciali e regionali sono chiamati a dare il loro contributo in vista dell'assemblea nazionale a Roma dove le proposte sulla"legge dell'architettura" dovranno trovare forma possibilmente unitaria per poter essere presentata alla politica. (p.ca)

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