Cgil, al centro i contratti e la riforma delle pensioni

Il segretario Ebner: «A livello provinciale il rinnovo proposto non è dignitoso» Sulla sanità pubblica si chiede una qualità economicamente sostenibile


di Renato Brianti


BOLZANO. «C’è un macigno che ci trasciniamo da tre anni ed è la riforma Fornero», esordisce così il segretario generale della Cgil altoatesina Alfred Ebner alla conferenza di inizio anno per presentare il piano di azione dell’organizzazione sindacali per il 2016. Con lui i membri della segreteria, Agostino Accarrino e Irmgard Gamper. Nel consuntivo la Cgil mantiene stabili i numeri dell’anno precedente con oltre 33.000 iscritti ma con un’aumento degli stranieri che hanno raggiunto il 24% (gli iscritti attivi sono il 55% del totale). Il Caaf è risultato il più attivo dell’Alto Adige con 30.733 dichiarazioni presentate, 31.734 Durp e 1.412 Modelli Unici. In crescita anche il Patronato Inca con oltre 42.000 pratiche espletate.

La Cgil-Agb chiede con forza una riforma delle pensioni che sia redistributiva e solidale. Tra le proposte: ridefinizione dell'età del pensionamento per le mansioni usuranti; un’uscita senza penalizzazioni all'età contributiva di 41 anni per i lavoratori precoci; in generale un’uscita più flessibile dal lavoro rispetto alle regole attuali, senza tagli all'assegno pensionistico e un nuovo sistema di rivalutazione per le pensioni in essere.

Sono ancora aperti contratti collettivi importanti, come quello dei metalmeccanici, della grande distribuzione e del pubblico impiego: «Per il pubblico impiego la soluzione non sembra vicina per una carenza di risorse, mentre per il settore privato c’è un attacco delle associazioni datoriali a clausole contrattuali consolidate da molto tempo, nonché offerte economiche irrisorie». «La Cgil - spiega Alfred Ebner - ha elaborato una proposta di legge per garantire diritti e tutele a tutto il mondo del lavoro e per correggere le storture legislative al diritto del lavoro. A fine gennaio parte una consultazione tra gli iscritti. A questo si aggiunge la proposta unitaria di un nuovo modello contrattuale con al centro la rappresentanza, la partecipazione dei lavoratori nelle sorti dell’azienda e il sistema salariale, con un riguardo particolare al salario minimo stabilito unilateralmente per legge». A livello locale, parte il confronto sull’autonomia. “L’adeguamento delle nostre regole del gioco autonomistiche - afferma Ebner - riguarda anche il mondo del lavoro. Speriamo di avviare una fase più avanzata che consolidi la nostra autonomia, spesso messa in discussione a livello centrale, attraverso un maggiore coinvolgimento di tutti i cittadini”.

Crescita economica, un fisco più equo, la tutela sociale e la contrattazione territoriale sono le questioni su cui il sindacato concentrerà il suo lavoro: “Anche se il mercato del lavoro è in lenta ripresa, bisogna non allentare la guardia, perché non è ancora scongiurato il rischio di una riduzione dei redditi e l’allargamento della forbice tra quelli più alti e quelli più bassi”.

Tema controverso è la riforma della sanità: «Vogliamo discutere di una sanità pubblica di qualità e al contempo economicamente sostenibile. È una sfida che va affrontata, anche di fronte all’invecchiamento della popolazione e alle innovazioni scientifiche». Infine la partita del pubblico impiego. «Le risorse stanziate non permettono di rinnovare in modo dignitoso il contratto locale, siamo disponibili a discutere della qualità del lavoro e della semplificazione burocratica. Il nostro obiettivo è di tenere insieme sia diritti dei lavoratori, sia le necessità dei cittadini che si rivolgono ai servizi, ma non senza un giusto riconoscimento economico», chiude Ebner.













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