Domeniche aperte: multe per chi sgarra

Chi non rispetta le regole rischia di stare fermo 30 giorni. Ladinser: «Bolzano stabilirà un calendario valido per tutti»


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Maxi multe e chiusure fino a 30 giorni dei negozi per dissuadere, soprattutto le grandi catene, dal tenere aperto tutte le domeniche, contrariamente a quanto previsto dal nuovo ordinamento provinciale del commercio. Quest’ultimo prevede, infatti, 35 chiusure obbligatorie l’anno per la maggior parte dei Comuni (tra cui Merano e Bolzano) e 22 per quelli ad alta vocazione turistica come Ortisei, Selva, Scena, Tirolo e Valdaora (sono 17 in totale). «Le sanzioni - spiega il dirigente provinciale Bruno Fontana - vanno da 588 a 3.526 euro ma a pesare è la chiusura temporanea degli esercizi che scatta alla terza infrazione».

La sentenza della Consulta. Come noto il Governo ha impugnato la nuova legge provinciale che regolamenta aperture e chiusure e la sentenza della Consulta secondo l’assessore provinciale Thomas Widmann arriverà tra gennaio e febbraio. «Il Garante ci ha assicurato che non ostacolerà la nostra legge, che tutela soprattutto le pmi a conduzione familiare, ma non solo. Dobbiamo vincere le resistenze dei funzionari dei Ministeri guidati da Gnudi e Passera. Il clima è migliorato ma non abbiamo garanzie. Di sicuro combatteremo fino alla fine». D’accordo anche il presidente del Consorzio dei Comuni Arno Kompatscher: «Abbiamo raggiunto un compromesso ragionevole e di più, con l’aria che tira a Roma, sarà difficile ottenere. Le liberalizzazioni, in senso assoluto, non risolvono i problemi. Anzi, li aggravano». Walter Amort dell’Unione sottolinea «i tre mesi a disposizione dei Comuni per attuare le direttive, che fanno un’importante distinzione tra Comuni turistici e non». Per Paolo Pavan di Confesercenti «la decisione del Governo Monti potrebbe avere effetti catastrofici sul commercio e portare alla desertificazione dei tessuti urbani. Non può essere comunque la grande distribuzione a dettare le regole».

La rabbia dei sindacati. A margine della conferenza stampa c’è stata la protesta della Cgil, esclusa dal confronto. «Siamo stati tagliati fuori dal confronto sulle aperture domenicali - sottolinea Lorenzo Sola - come se l’argomento non riguardasse anche i dipendenti. Questa scelta indebolisce la posizione della giunta provinciale, perchè limitando il confronto solo alle associazioni economiche vengono rafforzati i sospetti del Governo che dietro questa scelta ritiene possa esserci un attacco alla libera competizione».

Bolzano punta i piedi. Netta la presa di posizione del vicesindaco Klaus Ladinser: «Per il 2013 stabiliremo un calendario in cui indicheremo le domeniche in cui si potrà tenere aperto. Per capirci: i negozi non potranno scegliere autonomamente cosa fare».

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