Ecco i cambiamenti nel settore turistico, addio ai 10 consorzi

Al loro posto 3 Unità regionali di management legate all’Idm Piena operatività a partire dal 2018, ripartiti i finanziamenti



BOLZANO. Il nuovo assetto organizzativo del turismo altoatesino punta a una promozione più mirata e quindi a rafforzarla, aumentando la capacità di penetrazione sui mercati. A tale proposito il gruppo di lavoro turismo ha presentato ai consorzi e alle associazioni turistiche la struttura organizzativa che sarà operativa dal 2018. I consorzi, oggi 10, saranno sostituiti da 3 unità regionali di management.

Tra poco meno di due anni sarà operativo il nuovo modello di struttura organizzativa del settore turistico in Alto Adige. "C’è stato apprezzamento e ovviamente non sono mancate anche le domande e le osservazioni. Lo ritengo un buon piano di lavoro per raggiungere l’obiettivo di investire maggiormente nella promozione turistica senza dover istituire nuove imposte di settore", sottolinea il governatore Arno Kompatscher. La gestione del cambiamento ha visto le parti interessate coinvolte nel processo di aggiornamento avviato nel 2014 attraverso un gruppo di lavoro: si è partiti dall’analisi dell’esistente struttura con i suoi 10 consorzi turistici e le 77 associazioni turistiche per poi individuare le strade di una possibile riorganizzazione e potenziare l’attività di promozione della destinazione Alto Adige.

Il risultato di questo processo partecipativo è stato definito dal gruppo di lavoro composto da 20 rappresentanti degli enti turistici interessati: dal 2018 gli attuali 10 consorzi saranno sostituiti da tre Unità regionali di management che faranno riferimento all'Idm, l'Azienda speciale per l'economia, ma saranno insediate sul territorio - ciascuna con due uffici distinti - per garantire lo scambio costante e il sostegno diretto alle associazioni turistiche locali. Inoltre le unità regionali dovranno potenziare ulteriormente i marchi locali forti e a collegarli più strettamente con il marchio ombrello. Il direttore del reparto comunicazione di Idm, Marco Pappalardo, ha illustrato nell’incontro a Bolzano la suddivisione dei compiti prevista dal gruppo di lavoro: Idm definisce la strategia di marketing per lo sviluppo turistico in Alto Adige, il posizionamento del marchio ombrello e il marketing di destinazione per l’Alto Adige. Le unità regionali di management invece coordinano l’attività sul territorio, incluso il governo della destinazione turistica secondo le tematiche e le aree da visitare. In base al nuovo modello, le associazioni turistiche organizzano le attività in loco seguendo i rispettivi profili, assistono i soci e soprattutto l’ospite nelle varie località. Già definita anche una ripartizione di mansioni relativamente alle attività, come ad esempio la gestione del marchio, lo sviluppo del prodotto, la produzione su web e social media, la distribuzione.

Le 3 unità regionali e i loro due uffici territoriali si finanziano attraverso diversi canali: il bilancio provinciale con le risorse assegnate all’Idm, una quota dei contributi fissi, il 25% della tassa di soggiorno, entrate aggiuntive tramite iniziative di marketing, associazioni turistiche, altri partner. Le associazioni turistiche si finanziano con il 75% della tassa di soggiorno, con contributi comunali, con una quota dei contributi fissi, con incentivi agli investimenti in base alla legge provinciale 33/1992 e con risorse proprie come i contributi dei soci.













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