Eurac, nuovo laboratorio per la ricerca

Si testano moduli fotovoltaici e componenti per l’edilizia. Durnwalder: l’obiettivo è raddoppiare i contributi al settore


di Maurizio Dallago


BOLZANO. L’obiettivo della giunta provinciale è quello di raddoppiare i contributi per ricerca e innovazione. Così il presidente Luis Durnwalder, ieri mattina, all’inaugurazione del laboratorio hig-tech dell’Eurac per testare moduli fotovoltaici e componenti edilizi che si trova in via Zuegg a Bolzano. Il presidente della Provincia è tornato anche sulla questione del Polo tecnologico, sottolineando «l’importanza delle energie alternative» e di un centro per la ricerca che «possa aiutare tutte le 54 mila imprese altoatesine, con le più piccole che hanno maggiore bisogno di sostegno in questo settore rispetto alle grandi».

«Oggi le imprese altoatesine non si accontentano solo di importare prodotti altamente tecnologici, ma sviluppano autonomamente componenti per l’edilizia ad alta efficienza energetica. Ora queste aziende hanno un nuovo punto di riferimento che si aggiunge al laboratorio per le pompe di calore, aperto nel 2009 e alla consulenza specifica offerta dai nostri ricercatori”, sottolinea Werner Stuflesser, presidente dell’Eurac.

Oltre alle sperimentazioni sui moduli fotovoltaici, il laboratorio può testare la capacità di isolamento termico di elaborati componenti edilizi, come le facciate prefabbricate, e di porte e finestre. Per questi test si impiega una seconda camera climatica, molto più grande di quella usata per il fotovoltaico, composta da due zone separate che simulano le condizioni dell’ambiente interno e quello esterno. La camera dispone anche di un sole artificiale - progettato appositamente per le esigenze del laboratorio - con cui ricercatori possono testare componenti edilizi attivi ovvero che integrano pannelli solar-termici o fotovoltaici. «Il laboratorio che abbiamo allestito nella zona industriale di Bolzano ha caratteristiche uniche, tanto che per svolgere alcuni confronti sul funzionamento dei macchinari collaboriamo con un laboratorio in Svizzera e con una struttura di Singapore» spiega Wolfram Sparber, direttore dell'Istituto per le energie rinnovabili dell’Eurac. «Strutture come questa sono molto quotate nei progetti di ricerca europei: affinché le tecnologie innovative prendano piede sul mercato è infatti necessario garantirne le prestazioni, e questo è possibile solo dopo una fase di sperimentazione nei laboratori high-tech», ancora Sparber.

Il finanziamento del laboratorio viene da mezzi propri, da fondi della Provincia autonoma di Bolzano dedicati alla ricerca, da fondi comunitari ottenuti grazie a progetti europei e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano. Il piano di gestione del laboratorio prevede che dopo l’investimento iniziale, i costi per il mantenimento e miglioramento della struttura vengano coperti dalle imprese che sfrutteranno i servizi offerti.

Facciamo un esempio concreto di quanto avviene nel laboratorio. Quando si chiude il portone della camera climatica per testare la resistenza dei pannelli fotovoltaici, questi ultimi vengono sottoposti a dei cicli termici con temperature estreme, da -50°C a 90°C, e un’umidità dell’aria che varia dal 20 al 95 per cento; le condizioni continuano a cambiare per ore o, nel caso dei cicli più lunghi, anche per giorni. Con questo sistema si può verificare come reagiscono i pannelli a un processo di invecchiamento accelerato.

La Provincia sta puntanto molto sull’innovazione. «ben venga questo nuovo centro», la conclusione del Landeshaupmann.













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