L'intervista

Felicetti: «Dovremo fare delle scelte dolorose, non ci dormo la notte» 

L’imprenditore è amministratore delegato dell'ominimo pastificio: «Costi d’energia, carburante, materie prime alle stelle. Devo decidere se sospendere la produzione o mettere a bilancio perdite non quantificabili»


Antonella Mattioli


BOLZANO. «Non ci dormo la notte a pensare alle scelte che dovrò fare una volta rientrato in Italia. Mi trovo a dover decidere se sospendere la produzione oppure mettere a bilancio perdite difficili da quantificare, vista l’entità degli aumenti che tocca ormai in maniera pesante tutte le voci di bilancio». C’è grande preoccupazione - e non potrebbe essere diversamente vista la situazione - nella voce di Riccardo Felicetti, amministratore delegato assieme a due cugini del pastificio omonimo, fondato nel 1908.

L’imprenditore trentino vive tra Predazzo dove c’è la sede dell’azienda e Merano dove vive la famiglia, ma per lavoro è spesso in viaggio. Il pastificio “Felicetti” è stato costruito dal suo bisnonno che aveva un’azienda di costruzioni con cui ha realizzato anche l’acquedotto di Vienna. Dopo il quarto figlio però aveva deciso di fermarsi a Predazzo. Nel centro fiemmese aveva acquistato un’azienda: a pianoterra producevano fiammiferi, al primo piano pasta. È così che 114 anni fa è iniziata un’avventura imprenditoriale di successo.

Dove si trova in questo momento?

In California. Dopo due anni di pandemia, sono venuto a visitare “in presenza” dei clienti. Purtroppo, la situazione è precipitata nel giro di pochi giorni e rende difficilissimo fare scelte che non siano dettate dall’isteria del momento.

In genere gli imprenditori sono ottimisti a prescindere; invece mai come in questi giorni, sono quasi tutti pessimisti.

Il mio, purtroppo, più che pessimismo è realismo. La situazione è molto fluida e pericolosa a causa dell’esplosione dei costi dell’energia, del carburante, delle materie prime. Il tutto aggravato dalla guerra in Ucraina, dove stiamo inviando pasta per aiutare a sopravvivere chi resta e chi scappa.

Previsioni a breve e medio termine?

Difficile avere informazioni. I segnali che arrivano però sono tutti negativi. Ci troviamo a fronteggiare una serie di aumenti incontrollati e incontrollabili. I fornitori che non chiudono; ci comunicano con effetto immediato, gli aumenti.

Cosa farà?

Non lo so, in questo momento. Assieme ai miei due cugini e sulla base dei dati, decideremo cosa fare. Ci attendono scelte complesse e dobbiamo cercare di sbagliare il meno possibile. Certo è che noi siamo la quarta generazione e ci troviamo a prendere decisioni che nessuno avrebbe mai neppure pensato. Ma nessuno prima di noi ha vissuto una situazione di totale incertezza come questa.

Quanti collaboratori avete?

Abbiamo 110 collaboratori. Capisce qual è la responsabilità anche morale che abbiamo in questo momento?

Per fare la pasta usate grano duro: da dove arriva?

Per il 95% dall’Italia.

E benché il prodotto sia nazionale avete difficoltà di reperimento?

Lo vede quest’inverno meraviglioso, caratterizzato da temperature miti, cielo sempre azzurro e soleggiato, è ideale da molti punti di vista: si può andare a sciare, a camminare, bere il caffè stando all’aperto. Ma come in tutte le cose, c’è il rovescio della medaglia: l’assenza prolungata di precipitazioni ha pesanti ripercussioni sull’agricoltura. La produzione anche di grano duro ne ha risentito. In Nord America, ad esempio, la siccità ha ridotto la produzione del 25% e il grano duro nel 2021 è aumentato del 100%.

Quindi la materia prima scarseggia anche se, nel vostro caso, non arriva direttamente da Ucraina e Russia?

Ce n’è meno e oltre a questo, c’è chi approfitta della situazione e vende al miglior offerente.

Oltre ai prezzi delle materie prime e alle difficoltà di reperimento, i pastifici hanno anche un alto consumo di energia elettrica.

Purtroppo è così. Per la bolletta energetica calcoliamo di avere un maggior costo che potrebbe aggirarsi tra i tre e i cinque milioni di euro.













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