Gli autotrasportatori: sì all’interporto ma a certe condizioni

Morandell: è da costruire nella parte sud della provincia «Ha un senso se i convogli transiteranno nell’Eurotunnel»


di Maurizio Dallago


BOLZANO. Dagli autotrasportatori altoatesini aderenti all’Apa un sì all’interporto, ma solo se realizzato nella parte meridionale della provincia e senza costi aggiuntivi per i contribuenti.

La nostra provincia ha bisogno di un interporto? È stata questa la domanda in occasione del recente incontro a cui hanno preso parte alcuni esperti dell’universo altoatesino dei trasporti. «L’importante è che a noi trasportatori venga permesso di continuare a fornire i nostri servizi con la tradizionale qualità» spiega il presidente dei trasportatori di lvh.apa, Elmar Morandell.

Una discussione, anche accesa, in merito alla necessità o meno di realizzare un interporto non rappresenta certamente una novità: in numerose regioni italiane si è già avuto modo di aprire un confronto su questa tipologia di strutture e sulla loro effettiva necessità. I vantaggi e gli svantaggi di una simile struttura sono stati discussi in particolare da Elmar Morandell, Klaus Vale dell’impresa di spedizioni Brigl, Thomas Baumgartner, vicepresidente della sezione Trasporti presso Assoimprenditori e presidente dell’unione delle imprese di trasporto Anita, Hugo Hartmann, presidente di Unispetra, Christoph Linder, direttore dell’interporto di Bludenz, Josef Negri, direttore di Assoimprenditori e Georg Lun, direttore della ripartizione ricerca economica presso la Camera di Commercio di Bolzano. Chiaro l’obiettivo: trovare una soluzione comune per venire incontro alle esigenze dell’economia altoatesina e per sostenere il circuito economico locale in un periodo complesso come quello attuale.

Nel corso del meeting Morandell ha evidenziato in particolar modo la situazione relativa ai trasportatori di merci locali. «Con la realizzazione di un interporto in Alto Adige, numerosi trasportatori locali saranno costretti ad adeguare i propri mezzi. Un’operazione che, qualora non si utilizzi il sistema Nikrasa (Semirimorchi non sollevabili con gru), è destinata a coincidere con un significativo aumento dei costi. Il tutto in una realtà che dispone del parco veicolare di mezzi pesanti più moderno d’Italia. - afferma Morandell - Un interporto potrebbe effettivamente ridurre almeno in parte il traffico di transito sull’autostrada del Brennero, ma per centrare questo obiettivo servirebbe costruire tale struttura nella parte sud dell’Alto Adige e fare in modo che essa venga messa a disposizione senza costi aggiuntivi per i contribuenti. Solo a queste condizioni potremmo essere disposti a mettere i nostri rimorchi e semirimorchi sui treni».

Il presidente dei trasportatori Apa non vede invece possibile una riduzione del rumore per la popolazione grazie a questa innovazione, quantomeno fino a quando i treni merci non transiteranno attraverso il Tunnel di base del Brennero: «I cittadini che vivono lungo l’asse del Brennero saranno fino ad allora più che mai esposti al rumore dei treni merci in transito. Se si seguisse la proposta dell’Associazione protezionisti Alto Adige, dovremmo spostare completamente il nostro trasporto merci su rotaia. Ciò significherebbe un passaggio molto maggiore di treni merci attraverso l’Alto Adige: ed è innegabile che un paio di mezzi pesanti a basse emissioni e progettati per essere favorevoli all’ambiente faranno sempre meno rumore rispetto ad un treno merci».













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