La protesta al Brennero: no al falso «made in Italy»

Ieri migliaia di agricoltori contro l’assenza di regole per i prodotti agro-alimentari Fermati i Tir: dentro le mozzarelle prodotte in Polonia e le verdure dalla Svezia


di Fabio De Villa


BRENNERO. Duemila gli agricoltori e gli allevatori giunti ieri al Brennero da ogni regione d'Italia per il presidio della Coldiretti. La protesta è contro l'assenza di regole sull'etichettatura e la provenienza dei prodotti agroalimentari d'importazione. Insomma «meno schifezze alimentari» sulla nostra tavola. Con l'intervento delle forze dell’ordine sono stati fermati Tir provenienti da oltre confine e controllate le merci trasportate. Tra l'altro, sono state trovate partite di latte e carne con origine in altri Paesi dell'Ue e destinate ad aziende di trasformazione italiane. Tutto in regola, perché le regole non ci sono o sono poche. I carabinieri del Nas, ad esempio, hanno messo i sigilli ad un camion che trasportava carne con etichetta non indelebile.

C'è anche la mozzarella tra i prodotti scoperti ieri sui camion in entrata dal Brennero. Sulla confezione campeggia la scritta in italiano «mozzarella fresca» ed il tricolore ottenuto con le immagini di basilico, pomodoro e della stessa mozzarella. Solo che il tipico formaggio a pasta filata che viaggia sul Tir fermato dai manifestanti è stato prodotto in uno stabilimento polacco da una ditta di Bolzano ed è destinato ad un'azienda di Firenze.

Quello della mozzarella è uno dei tanti prodotti trovati sui camion in transito al confine provenienti dall'estero e destinati in Italia, «pronti a diventare italiani, come nel caso di lattuga che dall'Olanda è destinata a Battipaglia, importante distretto - ricorda Coldiretti - delle verdure italiane di quarta gamma e di insalata fresca».

Al Brennero il presidio ha anche individuato surgelati, tra cui 20 mila chilogrammi di fagiolini surgelati sfusi, in contenitori da 800 chilogrammi, pronti a finire nei minestroni italiani, ma anche latte austriaco diretto a La Spezia, cagliate tedesche dirette in Puglia e porri e altre verdure provenienti addirittura dalla Svezia e destinate alla provincia di Bergamo. Da segnalare anche un carico di pancette fresche, con marchio sbiadito e non identificabile, destinate ad un'industria di salumi nel Veronese e posto sotto vincolo sanitario da parte dei Carabinieri dei Nas.

Intanto proseguirà anche oggi, al Brennero, il presidio della Coldiretti in difesa del «made in Italy». Alla mattina, alle 8.30, è atteso l'arrivo del ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, reduce dal consiglio dei ministri a Bruxelles. Insieme al ministro arriverà al Brennero anche il presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo.

Non solo latte, cagliate e polveri, dall'inizio della crisi ad oggi le importazioni di prodotti agroalimentari dall'estero sono aumentate in valore del 28 per cento. È quanto emerge da un'analisi della stessa Coldiretti relativa ai dati del commercio estero nei primi cinque mesi del 2015. L'organizzazione ha annunciato che la mobilitazione degli agricoltori alle frontiere del Brennero si allarga, dal latte alla carne fino all'ortofrutta.

Secondo Coldirettisono cresciuti del 12 per cento gli arrivi di carne di maiale spesso destinati a diventare prosciutti italiani, mentre le importazioni di cereali, «pronti a diventare pasta e riso spacciati per Made in Italy» hanno fatto registrare un vero boom (+59%), con un +77 per cento per il grano e un +80% per il riso. Netta pure - continua la Coldiretti - la crescita delle importazioni di frutta e verdura, +44 per cento, su tutti il pomodoro fresco (+78 per cento), ma cresce anche quello concentrato (+72%). Aumentano anche gli arrivi di succo di frutta dall'estero, +29 per cento, spesso venduti come italiani perché sulle etichette non è obbligatorio indicare l'origine ma solo il luogo di confezionamento industriale. «In un momento difficile per l'economia - conclude il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo - dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza e dare completa attuazione alle leggi nazionale e comunitaria che prevedono l'obbligo di indicare in etichetta l'origine degli alimenti. Ma è necessario che sia anche resa trasparente l'indicazione dei flussi commerciali». Ieri al Brennero non c’erano esponenti del Bauernbund: «Siamo solidali con la protesta, ma per fortuna la problematica non riguarda, per ora, l’Alto Adige».

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