BOLZANO. "L'economia getta ponti tra le nazioni, è la rete della costruzione europea. Chi invece i ponti li chiude è contro il progresso". E' stato chiaro, molto chiaro, Stefan Pan ex presidente di Assoimprenditori Alto Adige e ora vice di Confindustria nazionale. Lui è stato uno degli artefici, se non il principale, della creazione a Bolzano di un tavolo strutturale di incontro Italia-Germania. "Siamo le due più grandi confindustrie d'Europa i due più grandi Paesi manifatturieri e che sia Bolzano il luogo di incontro significa che l'Alto Adige è il ponte gettato sull'Europa". Tanto che questi vertici sono diventati ora "il processo di Bolzano" e la loro evoluzione un caso di scuola, studiato in tutti i centri economici e decisionali della Ue. Al punto che anche la Francia ha chiesto di poter partecipare a questo tipo di tavoli, dichiarando di voler aderire, appunto, al "processo di Bolzano". Ma Pan è andato oltre: "Non abbiamo discusso del doppio passaporto ma lo abbiamo fatto a proposito di alcune prese di posizioni austriache in materia di libera circolazione di merci o persone. Ebbene; rapporti come quelli configurati dal processo di Bolzano non possono dispiegarsi se c'è chi le frontiere le chiude". Si riferisce all'Austria? "Assolutamente sì. Quello che è accaduto e potrebbe ancora accadere al Brennero va nella direzione opposta a quella tracciata dalle nostre grandi economie, italiana e tedesca e contro l'apertura a cui l'Europa tende per potersi sviluppare e creare benessere". C'è il rischio che ora, con la sua politica che si prospetta più vicina a quella ungherese che non alle vostre indicazioni, l'Austria possa diventare un ostacolo all'apertura delle economie? "Le valutazioni spettano alla politica. Ma il fatto che il presidente Tajani abbia convinto Kurz a rivedere le sue posizioni su alcune materie legate ai rapporti tra i nostri Stati, è positivo". (p.ca.)