Riduzione della resa massima La Coldiretti non è d’accordo

Bolzano. Coldiretti bolzano si fa portavoce delle forti preoccupazioni per il settore vitivinicolo che sta vivendo un momento di forte tensione economica e criticità dovuta alla crisi sanitaria in...



Bolzano. Coldiretti bolzano si fa portavoce delle forti preoccupazioni per il settore vitivinicolo che sta vivendo un momento di forte tensione economica e criticità dovuta alla crisi sanitaria in corso. Con una lettera inviata alla Provincia autonoma di Bolzano, il presidente di Coldiretti Bolzano Luca Rossi non condivide la richiesta del Consorzio Tutela Vini Alto Adige di chiedere la riduzione della resa massima di uva per ettaro per la vendemmia 2020 del disciplinare di produzione di vino Doc “Alto Adige” e Doc “Lago di Caldaro”.

In occasione dell'assemblea generale del 15 giugno 2020, infatti, la proposta di ridurre la resa massima di uva per ettaro era stata approvata a larga maggioranza.

“Abbiamo sempre posto particolare attenzione sulle misure atte ad affrontare la prossima vendemmia con una programmazione che consenta di coniugare le capacità strutturali del comparto con una risposta equilibrata alle future esigenze del mercato”, scrive Rossi.

“La chiusura del circuito HoReCa ha fortemente compromesso il settore vitivinicolo soprattutto delle medie e piccole Cantine che pagano le difficoltà maggiori nelle vendite dei propri prodotti e nell’esigibilità dei propri crediti”.

Di contro si sono rilevate situazioni di crescita del mercato della grande distribuzione mitigando così le perdite per le Cantine Cooperative maggiormente strutturate.

“L’analisi del territorio che rappresentiamo dimostra una non uniforme capacità di sbocco del mercato per le aziende vitivinicole altoatesine”.

La zona della Bassa Atesina in particolar modo vede la presenza di aziende agricole che vivono di viticoltura e conferiscono le proprie produzioni a realtà economiche strutturate e con capacità di sbocco su mercati di forte rilievo come la Gdo e l’export internazionale, che vede l’Italia come eccellenza nel mercato enologico mondiale.

“Produzioni enologiche come i vini Chardonnay e Pinot Grigio sono di fondamentale importanza per questi mercati e, pur condividendo le preoccupazioni per un settore in forte crisi, riteniamo che la modifica del disciplinare della Doc “Alto Adige” e la riduzione delle rese delle suddette varietà in zone come la Bassa Atesina non sia soluzione congrua per il superamento delle tensioni di mercato”.













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