Vola l'export altoatesino, in tre mesi aumento del 10%. Ma le imprese lanciano l'allarme: produttività a rischio
Harald Oberrauch di Assoimprenditori protesta: “Nella manovra del governo nazionale per le imprese c'è poco o nulla e la Provincia intanto aumenta il carico fiscale”
BOLZANO. Anche il terzo trimestre 2021 si è chiuso con numeri molto positivi per l'export altoatesino: il valore delle merci vendute all'estero dalle imprese locali tra luglio e settembre è stato pari a 1,4 miliardi di euro, in aumento del 10,1 per cento rispetto allo stesso periodo del 2020.
"Le imprese esportatrici pagano retribuzioni più alte, effettuano maggiori investimenti e hanno una produttività più elevata rispetto a quelle non esportatrici", ricorda Harald Oberrauch, vice-presidente di Assoimprenditori Alto Adige con delega all'internazionalizzazione. La pandemia con tutte le limitazioni imposte agli spostamenti internazionali, l'esplosione dei prezzi delle materie prime e dei componenti in generale e soprattutto la grande difficoltà nel reperirle stanno rendendo sempre più complesse l'attività delle imprese sui mercati esteri.
Anche la concorrenza globale si fa sempre più agguerrita: "Gli ottimi risultati che le imprese altoatesine stanno ottenendo nonostante queste difficoltà dimostrano l'elevata qualità dei loro prodotti e la grande professionalità delle loro collaboratrici e dei loro collaboratori", spiega Harald Oberrauch, che si dice però molto preoccupato per le decisioni in materia fiscale a livello nazionale e soprattutto provinciale.
"Ci aspettavamo interventi a favore della competitività delle imprese, ma nella manovra del governo nazionale per le imprese c'è poco o nulla, proprio in un momento in cui gli investimenti funzionali alla transizione verde e digitale e soprattutto l'occupazione dovrebbero essere sostenuti. A livello provinciale la vicenda è ancora più assurda e controproducente: i nostri politici vogliono addirittura incrementare il carico fiscale attraverso un aumento dell'aliquota Irap. Una scelta assurda, perché riduce la competitività internazionale delle imprese e rischia di far spostare altrove investimenti futuri. Così si rovina il rapporto di fiducia tra la politica provinciale e le imprese", afferma Harald Oberrauch.