Berlino: Nella foresta nera inseguendo Hölderlin

Fuori concorso al festival Veduta luminosa di Fabrizio Ferraro

ROMA


(di Francesco Gallo) (ANSA) - ROMA, 28 FEB - Atmosfere rarefatte e nessuna concessione. In LA VEDUTA LUMINOSA di Fabrizio Ferraro, fuori concorso al Festival di Berlino, si racconta di poesia, natura e uomo. E lo si fa con un riferimento alto: quello di Friedrich Hölderlin. Ferraro, 47 anni, laurea in filosofia e tanti film da festival, film 'necessari', è abituato così da sempre, da quel Je Suis Simone (La Condition Ouvrière) del 2009 in cui evoca Il lavoro in fabbrica della filosofa francese Simone Weil (dal 4 dicembre 1934 all'agosto 1935). Questa volta nel suo La veduta luminosa - prodotto da Passepartout, Eddie Saeta e Rai Cinema - i protagonisti sono due: Mr. Emmer (Alessandro Carlini), regista cupo, introverso e tabagista cronico che non lavora da tempo, e Catarina (Catarina Wallenstein), mite assistente di 'un produttore assente', ovvero la rappresentante di una produzione coraggiosa che vuol portare avanti un'opera sul poeta tedesco destinato a una lunga, ma produttiva pazzia. I due, che più diversi non potrebbero essere, partono così in auto verso Tubinga, alla ricerca dei luoghi di Friedrich Hölderlin, ma il viaggio ha tempi lunghi ed è fatto da molti silenzi del regista intramezzati da sue considerazioni, sentenze, via via più deliranti e auto erotiche. Un film che il regista, Fabrizio Ferraro, racconta così all'ANSA: "Con 'La veduta luminosa' - in onda su Rai Tre a Fuori orario sabato 6 marzo - abbiamo affrontato l'Hölderlin che accetta l'assenza di attrazione per il fuoco divino e vede il voltarsi obbligato degli umani per una natura non più casa divina. Noi lo abbiamo odorato e sentito nella foresta quel qualcosa dall'impossibile comprensione: la vita immediata che sfugge mentre si cerca di contenerla. E questa fuga - continua il regista -, che canta una concretissima presenza astratta, è proprio un'arte, l'arte della fuga." (ANSA).













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