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Caro benzina, decreto del governo: i gestori dovranno esporre il prezzo medio

Soglia psicologica dei 2 euro al litro, l’esecutivo corre ai ripari contro le speculazioni: verso un tetto agli aumenti sulle autostrade



ROMA. Il caro benzina agita governo e maggioranza.

Tutti sono consapevoli della gravità del problema che sta colpendo i cittadini: il frequente superamento della soglia, non solo psicologica, dei due euro al litro, è un campanello d'allarme preoccupante.

La presidente del consiglio Giorgia Meloni incontra i vertici della Guardia di Finanza e vara nuove norme sulla trasparenza dei distributori di carburanti per bloccare le speculazioni, con un monitoraggio dei prezzi giornaliero: scattano l'obbligo di esporre il prezzo alla pompa e quello medio nazionale stabilito dal ministero, e il tetto agli aumenti sulle autostrade. 

Un decreto ad hoc per il monitoraggio dei prezzi che non sarà più settimanale ma giornaliero: viene introdotto l'obbligo di esporre il prezzo alla pompa con sanzioni che potrebbero essere comminate dal prefetto. Nelle nuove misure è previsto che con un'altra norma venga fissato un tetto agli aumenti del costo dei carburanti sulle autostrade.

I gestori dovranno tra l'altro esporre dei cartelli indicando il prezzo medio nazionale stabilito dal ministero dell'Ambiente.

Nel centrodestra affiorano però differenze su quale sia la ricetta giusta per uscire da questa situazione. E non solo: emergono anche visioni diverse sulle cause del problema stesso.

La premier e la Lega sono convinti che i rincari siano frutto di speculazioni: e per questo l'intervento sulla trasparenza del mercato a vantaggio dei consumatori è stato esaminato e varato del Consiglio dei ministri. Forza Italia pensa che il problema non sia causato dall'avidità dei concessionari ma dalle accise, il cui taglio non è stato prorogato in manovra. "Sui carburanti - sottolinea il capogruppo Alessandro Cattaneo - secondo noi, non è in atto una speculazione, ma di certo c'è un tema legato ai prezzi, che dobbiamo affrontare". Una divaricazione, si racconta, che ha costretto Meloni a intervenire in cdm spiegando con forza le ragioni "dell'operazione trasparenza" e rispedendo al mittente le richieste di intervenire sulle accise chiarendo che il problema non si può assolutamente risolvere in questo modo. 













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