Figlia Rosi, papà s'indignerebbe ancora

Fuori concorso 'Citizen Rosi', l'Italia nel suo cinema civile

VENEZIA


(ANSA) - VENEZIA, 5 SET - Salvatore Giuliano (1962), Le mani sulla città (1963), Il caso Mattei (1972), Lucky Luciano (1973): i film di Francesco Rosi sono un compendio di storia italiana, anticipatori di verità giudiziali, indicatori delle malefatte di compromessi stato/mafia, di corruzione. La figlia Carolina Rosi, che è stata la sua aiuto regista e che è custode del suo cinema e dei suoi valori, ha realizzato con Didi Gnocchi un documentario - fuori concorso a Venezia - che è prima di tutto un atto d'amore per il padre così amato, morto nel 2015, e poi un lascito morale, del cinema di impegno civile, di educazione alla legalità. S'intitola Citizen Rosi, uscirà in sala con Istituto Luce Cinecittà e poi si vedrà su Sky Arte. Cosa direbbe dell'Italia di oggi Francesco Rosi? "Continuerebbe a difendere i valori imprescindibili della democrazia, a lottare per i valori in cui ha sempre creduto.

Siamo in un'epoca trasformista, populista, molto poco ragionata, mio padre - ha detto all'ANSA Carolina - s'indignerebbe ancora".













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