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Il ricordo dei sinti e rom vittime del nazismo

Il 2 agosto la giornata della memoria. Almeno 220.000 persone furono vittime della barbarie nazista. «Per molto tempo il loro destino è stato dimenticato», afferma Priska Garbin, responsabile del Centro di tutela contro le discriminazioni 



BOLZANO. «Per molto tempo, il destino dei Sinti e dei Rom è stato soppresso, nascosto e dimenticato». Lo afferma Priska Garbin, responsabile del Centro di tutela contro le discriminazioni, in occasione della Giornata internazionale del ricordo dell’olocausto di rom e sinti che si celebra domani, 2 agosto. 
La data è stata scelta perché nella notte fra 2 e 3 agosto 1944, 2.987 rom, soprattutto donne, bambini e anziani, furono uccisi nel "Lager delle famiglie zingare" (Zigeunerfamilienlager) nel campo di concentramento di Auschwitz.
Il numero totale di persone uccise nel genocidio è stimato fra le 220.000 e le 500.000. La Giornata è stata istituita dal Parlamento europeo nel 2015. 

«Ancora oggi - si legge in una nota - la cultura dei Sinti e dei Rom è gravata da luoghi comuni e pregiudizi; intorno al termine discriminatorio 'zingaro' si è sviluppata l'immagine, segnata dall'avversione e dall'ostilità, di Sinti e Rom quali popoli erranti e senza radici, indicati come criminali e truffaldini», ma, sostiene Radames Gabrielli, che ha fondato l'associazione Nevo Drom, «la realtà della vita quotidiana è ben diversa: Sinti e Rom lavorano come gli altri cittadini e la maggior parte di loro vive in appartamento. Spesso, però, non rivelano la loro identità per paura di essere discriminati».

Secondo Gabrielli, i Sinti sono una delle minoranze di lunga data dell'Alto Adige; la sua famiglia vive qui da cinque generazioni. «Il riconoscimento ufficiale di Sinti e Rom come minoranza - osserva Gabrielli - sarebbe un passo importante per proteggere la loro lingua, la loro cultura e la loro storia e per preservare la loro identità». 













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