Niger, Blinken: la diplomazia resta la via preferibile

Nuland: ho parlato con i golpisti, discussioni difficili

WASHINGTON


(ANSA) - WASHINGTON, 08 AGO - La diplomazia è il "modo preferibile" per risolvere la crisi causata dal colpo di Stato in Niger, ha detto il segretario di Stato americano Antony Blinken in un'intervista a Radio France Internationale (Rfi). "È certo che la diplomazia è il modo preferibile per risolvere questa situazione. Questo è l'approccio" della Comunità economica deli stati dell'Africa occidentale (Ecowas) ed "il nostro approccio. E sosteniamo gli sforzi dell'Ecowas per ripristinare l'ordine costituzionale", ha affermato Blinken. "Quello che vediamo in Niger è angosciante e non offre nulla al Paese e al popolo" nigerino, ha continuato il segretario di Stato americano ritenendo che gli Stati Uniti e altri paesi si troverebbero "in una posizione in cui devono interrompere il loro sostegno al Niger". Poco prima l'alta diplomatica statunitense Victoria Nuland aveva dichiarato di aver incontrato i golpisti a Niamey. "Queste discussioni sono state estremamente franche e a volte piuttosto difficili", ha detto. La numero due della diplomazia statunitense ha spiegato di aver incontrato il generale di brigata Moussa Salaou Barmou, il nuovo capo di stato maggiore dell'esercito, e altri funzionari, ma non è stata in grado di incontrare né il capo dell'esercito al potere, il generale Abdourahamane Tiani, né il deposto presidente Mohamed Bazoum. Ha detto di aver offerto "molte opzioni" per porre fine al colpo di Stato, nonché i "buoni uffici" degli Stati Uniti "se ci fosse il desiderio da parte dei funzionari di tornare all'ordine costituzionale". La funzionaria ha anche specificato che il generale Barmou era ben consapevole della cooperazione esistente tra il Niger e gli Stati Uniti, visto il suo passato coinvolgimento nelle forze speciali. Gli autori del golpe "comprendono molto bene i rischi per la loro sovranità rappresentati da un invito alla Wagner", ha dichiarato la Nulan riferendosi al gruppo paramilitare russo presente in particolare nel vicino Mali. (ANSA).













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