Siria: media, membri Isis liberi in cambio di denaro a Pkk

Inchiesta del Guardian fondata su documenti e testimonianze



(ANSAMed) - BEIRUT, 23 NOV - Membri siriani dell'Isis, prigionieri assieme a circa 10mila altri detenuti nelle carceri nel nord-est della Siria gestite dall'ala locale del Partito dei lavoratori curdi (Pkk), sono tornati liberi dopo aver pagato decine di migliaia di dollari sotto forma di tasse e tangenti alle stesse autorità curde. Lo ha scoperto un'inchiesta condotta dal giornale britannico Guardian e pubblicata nelle ultime ore. I vertici delle forze curde in Siria hanno smentito con forza la ricostruzione del quotidiano, che pubblica testimonianze di due ex membri siriani del sedicente Stato islamico e copie di documenti in cui si attesta l'avvenuto pagamenti di 8 mila dollari statunitensi alle autorità curdo-siriane. Queste controllano, col sostegno delle forze militari statunitensi e con l'accordo delle forze militari russe, ampie porzioni di territori della Siria nord-orientali nel nord e nel nord-est, ricche di petrolio e risorse idriche. I prigionieri dell'Isis nelle carceri curde nella Siria nord-orientali sono stati arrestati durante le campagne militari curde contro i jihadisti tra il 2017 e il 2019. I loro familiari sono rinchiusi in campi di prigionia negli stessi territori mentre loro attendono da anni, senza processo, di conoscere il loro destino. I due testimoni citati dal Guardian sono ex prigionieri nelle carceri del nord-est siriano. E affermano che oltre ad aver pagato 8 mila dollari al dipartimento finanziario del Pkk in Siria, hanno pagato rispettivamente, 22 mila e 14 mila dollari, raccolti tramite collette presso familiari e conoscenti, ai funzionari curdi come tangenti per facilitare la loro liberazione. Le autorità curde smentiscono con forza che i prigionieri liberati abbiano pagato danaro nel quadro dell'opera di "riconciliazione" con gli ex membri siriani dello 'Stato islamico' promossa l'anno scorso dal Pkk in Siria per diminuire il fenomeno del sovraffollamento nelle carceri dell'Isis nell'area. (ANSAMed).













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