Con biosimilari risparmi stimati in 700-800 mln in 6 anni



(ANSA)- ROMA, 18 SET - Quali potranno essere concretamente i vantaggi per la spesa sanitaria dell'utilizzo dei farmaci biosimilari, simili al farmaco originatore biotecnologico? A questa domanda si è cercato di rispondere al corso di formazione "Il valore dell'informazione sui farmaci biosimilari, tra innovazione e sostenibilità", promosso dal Master di comunicazione scientifica della Sapienza SGP - La Scienza nella Pratica Giornalistica, con il supporto di Amgen. Una recente analisi, del 2017 con dati relativi al 2026, ha cercato di quantificare l'impatto economico che 8 importanti biosimilari, impiegati per la cura dei tumori, del diabete e delle malattie infiammatorie croniche immuno-mediate, avranno sulla spesa sanitaria nazionale tra il 2014 e il 2020. "Al termine del 2020, complessivamente, i risparmi stimati cumulati saranno tra i 750 e gli 800 milioni di euro. Risparmi trche potrebbero essere ancor più consistenti, considerando anche i nuovi biosimilari che stanno entrando o arriveranno a breve sul mercato", afferma Francesco Saverio Mennini, Direttore Centro per la Valutazione Economica e HTA (EEHTA del CEIS), Università degli Studi di Roma "Tor Vergata".    "I biosimilari - aggiunge inoltre Pierluigi Navarra, Direttore Istituto di Farmacologia, Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma - devono obbligatoriamente dimostrare di possedere la stessa efficacia terapeutica e sicurezza clinica dei loro originatori, ed a questo scopo vengono condotti specifici studi clinici su pazienti". Questo dati clinici vanno a completare il dossier registrativo del biosimilare, che riceve un vaglio molto severo da parte delle principali Agenzie regolatorie mondiali, ossia l'EMA in Europa e la FDA negli Stati Uniti".(ANSA).   









Altre notizie



Attualità