Da pneumatici a vestiti, verso un riciclo sempre più sicuro



(ANSA) - ROMA, 23 MAG - Con circa 250mila tonnellate di pneumatici riciclati ogni anno, 140mila tonnellate di abiti, 60mila tonnellate di Pvc, l'Italia è uno dei primi Paesi in Europa a raccogliere e riciclare materiali, ma esistono difficoltà normative da superare. A fare il punto sulla strada fatta e quella da fare nella direzione della End of Waste e dell'economia circolare, una sessione del convegno "Chimica Fisica e Universo", che si è aperto oggi a Roma.    "In Italia sono stati fatti passi da gigante dal punto di vista tecnologico e organizzativo per far tornare il rifiuto a nuova vita. Quello su cui stiamo lavorando è la valutazione delle sostanze nei prodotti per ridurre i rischi per il consumatore e per integrare la normativa europea sulle sostanze chimiche (Reach) a quella sui rifiuti", spiega all'Ansa Rosa Draisci, direttore del Centro nazionale Sostanze Chimiche dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss). Se è vero, infatti, che "nulla si crea o si distrugge ma tutto si trasforma", è anche vero che per essere utile, il riciclo deve essere sicuro. In passato nei prodotti di uso comune erano però presenti sostanze oggi vietate (come ftalati e piombo), quindi il riciclo dei materiali pone delle criticità. "Il regolamento Reach, 13 anni fa ha uniformato la normativa dei prodotti chimici nei paesi dell'Unione europea, fornendo, tra l'altro, informazioni sulle sostanze che possono essere usate per una gestione intelligente del riciclo", spiega Stefano Castelli, ricercatore Enea e membro del comitato tecnico dell'Agenzia Europa delle Sostanze Chimiche. L'obiettivo, aggiunge, "è unire la tutela della salute e dell'ambiente, senza disincentivare il recupero.    Ciò significa che, il materiale riciclato va utilizzato per scopi specifici, per i quali sono fissati parametri di sicurezza". (ANSA).   









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