L'INTERVISTA angelo corradini 

«A chi ci critica spiego perché  l’evento si farà» 

La manifestazione ai tempi del Covid. Il presidente del comitato organizzatore: «La copertura mediatica garantisce un’enorme  promozione alle nostre valli. Non pensiamo solo a tirare su soldi»



Predazzo. Prendere decisioni nell’ambito organizzativo dello sport, di questi tempi, non è facile. Che si faccia in un modo o nell’altro, ci sono comunque critiche. Ma i grandi eventi non si improvvisano, eventi del calibro di Marcialonga necessitano di un team al lavoro 365 giorni l’anno, e il calendario è inesorabile: il 31 gennaio è tempo della quarantottesima edizione.

Non arriviamo neppure ad accendere il registratore che il presidente Angelo Corradini, con piglio determinato, ci dice: «Marcialonga si fa! Abbiamo ricevuto suggerimenti e consigli da concorrenti, sponsor, Sky, dalle autorità provinciali, che ci invogliano a farla. C’è stata anche qualche contestazione di pochi, che per loro problemi (di trasferta, di colore della regione) non hanno potuto allenarsi, e chiaramente cercano di opporsi. Come comitato abbiamo deciso di fare uno sforzo, una deroga a quanto previsto dal regolamento e andare incontro a queste persone che per giustificati motivi non riusciranno ad esserci, consentendo di spostare l’iscrizione al 2022. Non si può fermare tutto in questo momento, lockdown o non lockdown si continua a mangiare, vivere, a fare sport. Noi siamo profondamente convinti di fare, e che sia bene fare. È chiaro che abbiamo preso tutte le precauzioni possibili, abbiamo studiato un progetto anti-Covid in ogni minimo dettaglio. Non ci saranno party, ritrovi, non ci sarà pubblico e dunque non ci saranno assembramenti. Sono anche convinto che gli stessi concorrenti - come del resto è successo alla Marcialonga Running che è stata un’esperienza straordinaria con 1250 iscritti - rispettino le indicazioni. Non avremo i grandi numeri del passato, credo sicuramente meno di 2000. Alla Marcialonga invernale c’è il distanziamento dei binari e quello dato dagli sci, che essendo lunghi un metro davanti e un metro dietro garantiscono lo spazio fra un fondista e l’altro. I binari saranno ad 1,5 metri di distanza, la partenza è stata riorganizzata in modo da non creare assembramenti. Certamente ci sarà il buon senso degli stessi concorrenti, i quali ormai hanno preso l’abitudine a stare distanti, lo vediamo tutti i giorni. Vedo un tasso di rischio non pari allo zero, ma comunque bassissimo. Sulla pista abbiamo fatto tutto quello che si poteva fare, evitando il transito nei centri di alcuni paesi. Non abbiamo ordinato megaschermi in piazza e non ci saranno feste».

Corradini è un fiume in piena: «Partecipare alla Marcialonga è il divertimento, sciando. Noi ci inquadriamo come persone che hanno entusiasmo e voglia di fare: disdire sarebbe stato facilissimo. Non è un mio punto personale, il presidente è infatti un volontario, l’economia c’entra poco. Dirette TV su 18 reti nazionali in tutta Europa ed extra-europee, con l’ausilio di Sky in Italia, la copertura mediatica di giornali, media, web e riviste, sono promozione delle nostri valli, soprattutto quest’anno con questa bella neve e questo bell’inverno. Non fare la Marcialonga significava rinunciare a 200 ore di televisione, che non sono 200 ore di immagini della faccia di Angelo Corradini, ma delle Valli di Fiemme e Fassa e del Trentino. C’è anche, ovviamente, una componente economica: dobbiamo tantissimo ai nostri sponsor, senza i quali Marcialonga non si fa più. Gli sponsor comprano un prodotto: se il prodotto non c’è più, non portano più il loro contributo, indispensabile per la nostra sopravvivenza economica. Noi non facciamo utili, ma di questo abbiamo bisogno».

Oltre a tutto questo, a motivare la squadra organizzativa è stata la sollecitazione ricevuta da tanti concorrenti. «Però Marcialonga è anche una piccola azienda che deve andare avanti, - aggiunge Corradini - anche sotto il profilo organizzativo ed economico. Chi ha contestato il nostro operato ha detto che pensiamo solo a tirare su soldi. Come tutti gli anni, anche quest’anno spenderemo dai 15 ai 20 mila euro solo per far girare i gatti delle nevi. I mucchi di neve che si vedono in giro per la valle sono stati prodotti, consumando energia elettrica. L’accordo con i comuni di Fiemme e Fassa è un altro fattore che ci ha convinti a farla: noi predisponiamo e manteniamo la pista tutto l’anno a beneficio di turisti e residenti. Queste sono tutte motivazioni più che sufficienti per spingerci a fare la gara. Per chiudere: se si fa qualcosa, si corre il rischio di sbagliare. Se non si fa niente, il rischio non c’è. Dunque si rischia sempre un po’, ma se non hai un po’ di “pelo sullo stomaco” non fai più il presidente di qualcosa».

Corradini poi si mette gli sci e riparte, ovviamente a sciare sulla pista Marcialonga.

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