Calcio: Alto Adige, il problema è come segnare

Marchi da solo non può reggere il peso dell'attacco. E Fischnaller è troppo leggerino


Francesco Bertagnolli


BOLZANO. La coperta corta di... Sebastiani. In un periodo della stagione dove, obiettivamente, non ne gira una per il verso giusto, l'Alto Adige ed il proprio mister sono a caccia di risultati e di uno schieramento che permetta di garantire il maggior equilibrio possibile. Quando si parla d'equilibrio in una squadra di calcio s'intende in generale quel mix giusto fra fase difensiva e offensiva che porti la squadra a segnare il giusto e a subire meno, una formula che l'anno scorso portò la squadra alla promozione in virtù, soprattutto, d'un reparto arretrato granitico che si sommava ad un attacco non trascendentale, esaltato, però, nell'efficacia dal nulla che si subiva.
E qui sta il nocciolo dei problemi di questa squadra targata Prima Divisione e di una crisi che ha fatto scivolare l'Alto Adige al quint'ultimo posto, in piena zona playout. La crisi realizzativa d'inizio anno, un gol in quattro partite, ha portato il mister a schierare contro il Ravenna due punte ed un trequartista, una soluzione che ha portato ad un gol nel principio ma che poi ha prodotto poco nel prosieguo.
In casa Alto Adige si parla di buona prova collettiva. Ma i dubbi rimangono. Per esempio, in vantaggio di un gol in apertura questa squadra ha dimostrato nel tempo di potere e sapere gestire le partite, domenica invece contro il Ravenna ha completamente fallito. Soprattutto in un fase di contenimento in cui i due interni, Fink e Alfredo Romano, hanno lasciato a desiderare mettendo in crisi anche il quartetto difensivo. Pressing alto sbagliato nei modi e nei tempi, poco dinamismo e sacrificio. Così il Ravenna ha spaziato anche dopo essere andato sotto e chi dice che il pareggio è giunto solo dopo un'autorete non ricorda che gli ospiti lo avevano fallito in maniera grossolana almeno tre volte in precedenza. Ma il dato allarmante è che, a fronte di questo, non si è bilanciato nulla sul fronte opposto. Nel senso che dopo il gol di Marchi, l'Alto Adige non ha più tirato in porta, evidenziando i soliti problemi. La ripresa poi ha sancito il tracolllo anche in virtù dello spegnersi progressivo degli interpreti.
Calato Odibe dal punto di vista fisico la difesa ha perso l'ultima diga che aveva, anche perchè Burato e Alfredo Romano non hanno aiutato molto in tal senso. Davanti Sebastiani si è giocato la carta El Kaddouri passando al 4-2-3-1 in un momento in cui Campo aveva già detto basta da un pezzo per via di una incerta condizione fisica, in cui Marchi aveva speso il meglio ed in cui Alfredo Romano ha inciso poco o nulla anche da trequartista.
La fatica progressiva di un Franchini in evidente difficoltà a livello di condizione e le distrazioni in copertura di Martin e Kiem hanno completato il quadro.
Quale soluzione da qui in avanti? E' indubbio che sia Odibe che Franchini possono solo migliorare in condizione e dunque aumentare il contributo. E' indubbio che queste due gare hanno dimostrato come Furlan sia la pedina fondamentale di un centrocampo che, senza di lui, perde molto: la speranza è che rientri al più presto.
Il problema vero, e del quale non vediamo soluzioni immediate, è lo scarso peso dell'attacco. Marchi e Fischnaller anche ieri hanno tenuto troppo poco palla senza riuscire a far salire la squadra, sottoporta hanno trovato poco in una giornata in cui avrebbero dovuto risultare più pericolosi. La buona notizia è che Sorrentino sarebbe entrato se Odibe non avesse chiesto il cambio. Se San Gennaro ci facesse il miracolo di tenerlo in piedi per due mesi...













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