Dalla cantera giallorossa alla serie A2 sempre con la stessa maglia adosso

Merano. Dalla cantera giallorossa alla serie A2, sempre con la stessa maglia addosso. Quella del Bubi Merano. Alex Manzoni, classe 1994, ormai da anni è un punto fermo della formazione meranese, che...



Merano. Dalla cantera giallorossa alla serie A2, sempre con la stessa maglia addosso. Quella del Bubi Merano. Alex Manzoni, classe 1994, ormai da anni è un punto fermo della formazione meranese, che quest'anno si trovava in lotta per il primo posto del girone B della serie B di calcio a 5 prima che il campionato si fermasse per l'emergenza sanitaria. I giallorossi di mister Saiani, infatti, erano secondi, a -1 dalla capolista Atletico Nervesa, che li aveva superati proprio nell'ultima partita prima dello stop. Al momento, però, è tutto ancora in stand-by, in attesa di sviluppi.

Manzoni è arrivato al Bubi quando aveva 17 anni e assieme al club meranese ha giocato diversi anni tra B e A2. L'amara, e un po' inaspettata, retrocessione nei playout dello scorso anno ha riportato in serie B i giallorossi, che in questo finale di stagione si apprestavano a vivere da protagonisti la volata per tornare in A2. E c'era anche una Final Eight di Coppa Italia da giocare. “Sinceramente penso sia impossibile proseguire questa stagione - dice Alex -. Ripartire adesso non credo sia fattibile per tanti fattori, che vanno dal problema della disponibilità delle palestre al mantenimento delle distanze e ai protocolli medici da seguire, ma anche noi giocatori, al momento, non siamo pronti per riprendere il campionato. Ci vorrebbe, infatti, anche un periodo di preparazione”.

Come avete vissuto a marzo la notizia della sospensione del campionato?

Eravamo tutti dispiaciuti, ma per cause di forza maggiore non si poteva andare avanti. Dobbiamo rispettare questa decisione, perché la salute viene prima di tutto. Ovviamente dispiace, perché ci eravamo appena qualificati per la Final Eight di Coppa Italia e credo che nessuna squadra regionale ci fosse ancora riuscita. Anche in campionato eravamo vicini alla vetta.

Al momento siete in attesa di notizie su come finirà questa stagione e anche sulla prossima. Cosa si aspetta?

Non so cosa aspettarmi. Dovranno prendere una decisione molto difficile e accontentare tutte le società sarà impossibile. Ci sarebbero varie opzioni e ovviamente mi auguro che il Bubi possa avere la possibilità di salire di categoria.

A prescindere da come finirà, possiamo definire questa stagione sicuramente positiva visto che eravate tra i candidati alla promozione in A2.

Sì, nel girone d'andata abbiamo fatto molto bene, poi nelle prime partite del ritorno siamo leggermente calati. Quando sembrava che ormai ci fossimo ripresi, è arrivata la sospensione. Questa, comunque, è stata sicuramente un'ottima stagione. A livello personale, invece, ho subito due infortuni che mi hanno tenuto un mese e mezzo lontano dal campo.

Da diversi anni è un punto fermo della società. Da quando gioca con questa maglia?

Questa è la nona stagione con il Bubi. Sono arrivato quando avevo 17 anni.

Prima giocava a calcio a undici?

Sì, ho fatto tutte le giovanili con il Maia Alta, iniziando a giocare a 6 o 7 anni. Grazie a un'idea di uno dei miei allenatori, Giorgio Andrian, cugino di Roberto Vanin, che sarebbe poi diventato il mio mister in prima squadra, ho scoperto il calcio a 5. E pensi... prima non sapevo neanche cosa fosse. In estate poi, con il campionato fermo, i ragazzi del Bubi si incontravano per disputare alcune partitelle. Mi è piaciuto e da lì ho iniziato.

E' stato inserito subito in prima squadra?

No, ho iniziato con la formazione Under 21. La prima squadra, invece, disputava il suo primo anno in serie B. Sono comunque stato convocato cinque volte da mister Vanin, che poi, in occasione dell'ultima giornata, con la squadra già salva, mi ha premiato e mi ha regalato l'esordio in B. E' stato bellissimo, anche solo fare parte del gruppo.

La stagione dopo ha trovato più spazio?

Venivo convocato spesso in prima squadra e giocavo sempre con l'Under 21. Sono stati anni abbastanza impegnativi, perché tra sabato e domenica si facevano molti chilometri per le trasferte. Al termine della mia seconda stagione con il Bubi, nel 2013, sono anche stato convocato nella nazionale Under 21 per partecipare a un raduno a Padova. E' durato tre giorni ed è stata una bellissima esperienza .

La terza stagione in giallorosso, invece, è stata quella del salto definitivo in prima squadra?

Sì. Il mio è stato un inserimento graduale nel corso degli anni e piano piano mi sono abituato al gioco, perché passare da 11 a 5 non è semplice. Questo è un altro sport, molto più tecnico, dove sei sempre sotto pressione. Nel calcio a undici, invece, hai più spazi e un maggior tempo per pensare alla giocata, mentre nel futsal sei sempre nel vivo del gioco.

A undici qual era il suo ruolo?

Giocavo centrocampista centrale, mentre nel calcio a 5 in questi anni ho fatto il laterale e in alternativa il pivot.

Qual è la forza del Bubi?

Sicuramente il gruppo. Ha sempre trasmesso quel qualcosa in più nei momenti difficili e ci ha aiutato a vincere. E poi l'amicizia che si è creata tra tutti noi.

Qual è il suo ricordo più bello?

Assolutamente la promozione in A2. A Cagliari, contro la Leonardo nella partita di ritorno della finale playoff, ho segnato anche due gol ed è stata una gioia immensa.

Qual è stato, invece, il momento più difficile?

La retrocessione dell'anno scorso, sempre contro la Leonardo. Dopo il nostro successo a Cagliari, abbiamo perso a Merano.

In questa stagione ha ritrovato da avversari il suo ex mister, Roberto Vanin, ora al Futsal Atesina, e tanti altri giocatori con cui per anni ha condiviso lo spogliatoio a Merano. Che effetto le ha fatto?

E' stato strano vederli con un'altra maglia, ma nello stesso momento è stato bello essere di nuovo insieme sul campo, seppur in squadre diverse. Siamo sempre in contatto, perché siamo legati da un rapporto di amicizia.

Qual è il suo sogno nel cassetto?

Sicuramente mi piacerebbe arrivare un giorno in serie A1. Non penso sia realistico, però è sempre bello sognare.

Come vede il movimento del futsal in Alto Adige?

Rispetto a quando ho iniziato a giocare, ho visto una crescita. Sempre più gente conosce il calcio a 5, forse proprio grazie al Bubi, che ormai da tanti anni gioca ad alti livelli.













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