Ettore Gliozzi, il ragazzo di Calabria

Viene da Siderno come Panetta, è cresciuto nella Reggina e ha debuttato in A col Sassuolo: «L’Alto Adige è forte»


di Filippo Rosace


BOLZANO. “Ma dove l’avrò visto…?”. E’ stato questo il pensiero che ha afflitto la mente di Emiliano Bonazzoli, bomber stagionato del Cittadella, mentre osserva mesto l’esultanza di Ettore Gliozzi, il match winner della sfida del Tombolato. Rimembranza presto svelata, perché Gliozzi negli anni della sua adolescenza ha vissuto le domeniche calcistiche indossando la pettorina da raccattapalle lungo la pista d’atletica del Granillo di Reggio Calabria, seguendo con sguardo ammirato le gesta proprio di Bonazzoli, stella indiscussa degli amaranto nella massima serie. Probabilmente fu proprio durante quelle domeniche uggiosamente primaverili, che l’imberbe attaccante, con un futuro da bomber, maturò l’idea di affermarsi nel calcio che conta. La fortuna del nostro ragazzo di Calabria non è stata soltanto quella di nascere a Siderno, città natale anche di Francesco Panetta detto “diesel” mezzofondista di caratura internazionale, ma anche di crescere e formarsi in un settore giovanile importante come quello della Reggina Calcio, cantera che aveva già consegnato alla storia Simone Perrotta e si apprestava a farlo anche con Simone Missiroli, talentuoso centrocampista che con Gliozzi condividerà la maglia del Sassuolo.

“A cinque anni ho iniziato a giocare a calcio nella squadra del mio paese – racconta Gliozzi - a dieci andai alla Reggina dove rimasi sino ai Giovanissimi. Tornai a Siderno dove fui notato da un osservatore del Sassuolo che mi portò alla società neroverde e fui inserito nella categoria Allievi. L’anno dopo arrivò anche Simone (Missiroli, ndr) un altro pezzo da novanta del settore giovanile amaranto. Per me si trattò di un cambio di vita epocale, visto che a sedici anni mi sono ritrovato a vivere da solo e confrontarmi con un mondo ancora sconosciuto”.

Ma Sassuolo non è Milano e il disorientamento ambientale per il nostro ragazzo di Calabria dura veramente poco, anche perché così come aveva saputo fare mister Figliomeni alla Reggina, nel Sassuolo c’è un certo mister Eusebio Di Francesco che per Gliozzi riserva subito una grande stima. “Devo molto a mister Di Francesco – ammette Gliozzi – perché ha sempre creduto in me inserendomi nel giro della prima squadra, gettandomi nella mischia nella partita casalinga contro il Torino (19 febbraio 2014, ndr)”. Dalla casacca neroverde a quella biancorossa e per il ragazzo di Calabria è tempo di percorrere l’A22, da Sassuolo a Bolzano, con un obiettivo preciso.

“Ho accetto di venire qui per completare il percorso nel calcio professionistico. Per crescere bisogna confrontarsi con gente più grande e più esperta. La scelta è caduta sull’Alto Adige perché la ritengo una società seria e che negli anni ha fatto crescere tanti ragazzi. A mio avviso è importante poter crescere in ambiente dove ti permettono di lavorare con tranquillità e con allenatori che sanno instaurare il giusto dialogo con i giovani”.

Otto gol all’attivo, sei dei quali segnati su rigore. Sembra facile ma quando a pochi minuti dalla fine, bisogna posizionare la palla sul dischetto per battere il penalty che può cambiare la partita…sembra facile ma ci vuole tanto ma tanto sangue freddo e concentrazione.

“Non mi considero uno specialista, anche sei i rigori li ho sempre calciati anche a Sassuolo (primavera, ndr). Certo ci vuole un freddezza per calciare quelli decisivi e soprattutto agli ultimi minuti. Segreti? In particolare nessuno, la tecnica è sempre la solita: guardo il portiere sino all’ultimo istante e poi cerco di piazzarla forte puntando a spiazzarlo!”

I gol di Gliozzi hanno contribuito a spedire in orbita la compagine biancorossa che adesso si ritrova a tre punti dalla vetta e con un ventaglio di buoni propositi tutto da sviluppare.

“Ho l’opportunità di crescere e completarmi in un gruppo fantastico, nel quale possiamo provare a fare qualcosa di importante. Le possibilità ci sono perché tutti reparti sono bene assortiti. Quando in un organico ci sono giocatori del genere si può veramente tentare di alzare l’asticella”.

La posta in gioco diventa sempre più alta, nonostante il pathos e l’adrenalina che caratterizza i minuti di gioco di bomber Gliozzi, attaccante che nella sua parete temporale ha sostituito il poster di Bonazzoli con quelli di Levandowski, Higuain e di un altro ragazzo di Calabria specializzato nei calci di rigore in zona Cesarini…“Sono molto legato a Domenico Berardi, attaccante di razza del Sassuolo con il quale siamo cresciuti nella formazione primavera. Il mio desiderio? Quello che i miei gol, ed anche quelli dei miei compagni, possano contribuire a portare più gente alla stadio. Per raggiungere certi traguardi c’è bisogno del sostegno dei tifosi…è come avere un compagno in più in campo”.













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