IL PERSONAGGIO»ALESSANDRA TONELLI

BOLZANO. Il primo dubbio lo solleva la grammatica italiana. Alessandra Tonelli è il centravanti o la centravantessa del Cf Alto Adige? E questa squadra, serie B femminile, ha un portiere o una...


di Gianni Dalla Costa


BOLZANO. Il primo dubbio lo solleva la grammatica italiana. Alessandra Tonelli è il centravanti o la centravantessa del Cf Alto Adige? E questa squadra, serie B femminile, ha un portiere o una portiera? Un terzino o una terzina? Il secondo arriva da un radicato luogo comune: giocare a calcio farebbe venire le gambe storte. E allora la domanda è d’obbligo: Alessandra, il calcio è uno sport per donne? «E io vi rispondo con un invito - afferma - venite a vederci e poi giudicateci».

Alessandra Tonelli, 25 anni, da 8 stagioni milita nella formazione femminile dell’Alto Adige. Capitana indiscussa: per carisma, per “anzianità”, perchè ha il gol facile (già 7 in questo inizio di stagione). E perchè nell’ambiente si dice che la più brava sia proprio lei, questa ragazza trentina (è di Cognola), laureata in scienze motorie, ormai bolzanina d’adozione.

Senta Alessandra, ma le sue gambe come sono?

«Normali, normalissime. Giocare a pallone non me le ha certo modificate».

Cicatrici da contrasti, botte, insomma da eventuali calcioni?

«Più che altro qualche macchia sulle ginocchia dovuta al cambiamento della pelle. Noi giochiamo su campi sintetici e le bruciature sulla pelle sono frequenti».

Frequenti e antiestetiche, per una ragazza giovane, non trova?

«Non è un dramma, ci sono sempre i pantaloni. Ma non scriva per favore che le giocatrici di calcio non tengono alla propria femminilità».

Scusi, ma perchè proprio il calcio?

«Mah, è come se fossi nata con un pallone fra i piedi. Fin da piccolissima ho sempre giocato con i maschietti. E sempre a calcio».

Dal cortile all’agonismo?

«In età di terza media, fino agli esordienti, il Calisio schierava una squadra di ragazzini. Ero l’unica femmina».

Problemi di spogliatoio?

«Assolutamente no. Mi rendo conto che forse oggi sarebbe più difficile. Allora ci si cambiava tutti assieme, a fine partita i ragazzi facevano la doccia in mutande ed io me ne tornavo a casa. Certo, poi le cose sono cambiate».

Nel senso?

«Nel Clarentia under 14 eravamo tutte ragazze. Iscritte a un campionato federale con soli maschietti. Vincemmo una sola partita ma la cosa che più mi ricordo erano gli sguardi esterrefatti di avversari e pubblico quando ci vedevano arrivare».

I suoi genitori come l’hanno presa?

«Mio padre Tullio e mia madre Maria Grazia mi hanno sempre appoggiato. Con preoccupazione per eventuali infortuni, che non ci sono mai stati, ma senza ostacolarmi».

L’ha detto lei: nessun infortunio. Forse perchè, come dicono i vostri detrattori, fate un “altro” sport...

«Altro luogo comune. Certo, velocità di corsa e forza nei contrasti non sono paragonabili. E infatti quando facciamo qualche amichevole, per esempio con gli allievi della Virtus Don Bosco, perdiamo sempre. Ma anche da noi l’agonismo non manca».

Quindi anche voi date lavoro all’arbitro...

«Per uno spintone presi un’espulsione con tre giornate di squalifica. Non ne vado fiera, anzi ricordo che mi vergognai moltissimo. Ma è solo per confermare che la trance agonistica esiste anche da noi, con scorrettezze verbali e calcioni».

Sinceramente, crea problemi nella sfera privata essere una calciatrice?

«Io non ne ho mai avuti, anche se al momento sono single. Anzi, penso che avere una passione in comune magari può aiutare».

Si dice che non ci sia nulla di peggio per un allenatiore che allenare una squadra femminile...

«Ma quanti sono ’sti luoghi comuni? Io invece sostengo che può dare moltissime soddisfazioni. Se andiamo al campo è perche abbiamo voglia di apprendere. Con i sacrifici che facciamo...».

Ce ne elenchi qualcuno....

«A volte ci diamo delle matte. Siamo in nove che da Trento vengono ad allenarsi a Bolzano. Guidiamo noi il pulmino messo a disposizione dalla società. Non abbiamo ingaggi, solo rimborso spese anche se abbiamo giocato in A e B, campionati nazionali. E fino al 27 dicembre ci alleniamo di sera, al freddo, 3-4 volte a settimana. Se questa non è passione...».













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