Innovazione tecnica anche nello sport Ma adesso si frena

Nel ciclismo banditi gli “spinaci” e le ruote lenticolari Nella Coppa del mondo gli sci tornano un po più lunghi


di Valentino Beccari


BOLZANO. Il festival dell’innovazione è stata una passerella del futuro con sfilata di macchine avveniristiche e congegni tecnologici d’avanguardia. Anche lo sport è stato oggetto di una rivoluzione tecnologica importante e basta riavvolgere il nastro e guardare qualche vecchia cassetta di una partita di calcio, di una tappa del Giro d’Italia o di una gara di slalom di Coppa del mondo per rendersene immediatamente conto. E non è necessario ricorrere al cinegiornale dell’Istituto Luce o all’album ingiallito dei ricordi per avere la percezione della rivoluzione tecnologica.

Prendiamo il ciclismo. Negli anni’90 e inizio duemila le biciclette non avevano più alcuna parvenza del classico mezzo a pedali. Quella da pista in modo particolare con gli “spinaci” come manubrio, ruote lenticolari di dimensioni improbabili e poi i ciclisti con caschi che sembravano dei missili terra-aria. L’aerodinamica era messa all’angolo e il record dell’ora realizzato nel 1996 dallo scozzese Chris Boardman (56, 375 chilometri) sembrava realizzato in sella ad una Yamaha e non ad una Pinarello. Bene ha fatto l’Uci che ha resettato tutto, bandendo gli effetti speciali di bici avvenristiche e ripristinando il vecchio record di Eddy Merckx datato 1972.

Anche lo sci ha vissuto la sua rivoluzione d’ottobre visto che proprio a inizio stagione di una dozzina d’anni fa fecero la loro apparizione gli sci corti. Si passò dal metro e ottanta al metro e sessanta (nello slalom) con nuove tecniche di passaggio dei pali e la nascita di una nuova generazione di sciatori che con gli attrezzi bonsai riuscivano ad esprimersi ad altissimo livello mentre con i “legni” tradizionali faticavano.

Però anche la Fis ha tirato il freno a mano e dalla prossima stagione si torna all’antico, o quasi. Insomma, sci di una decina di centimetri più lunghi. La motivazione? Quella ufficiale parla di maggior sicurezza ma i ben informati affermano che dietro la decisione ci siano esigenze di tipo commerciale. Insomma, un mercato da rinnovare.

Formula uno e moto sono innovazione tecnologica per eccellenza, dalla vernice del telaio al peso del bullone più piccolo, dal fusibile più ininfluente alle gomme. E anche in questo caso le regole sono fissate per arginare lo strapotere tecnico perchè altrimenti i mezzi andrebbero oltre la velocità della luce.

I materiali di nuova generazione hanno più o meno toccato tutte le discipline. Nel tennis la vecchia Maxima di legno con lo scudettino tricolore è un oggetto di culto e nell’hockey le stecche in fibra pesano come una piuma e sono quasi indistruttibili.

Chi va per mare sa benissimo che tra le barche a vela di qualche anno fa e quelle di nuova generazione c’è un abisso. Del resto le imbarcazioni che partecipano alla Coppa America sono dei prototipi avveniristici che volano sull’acqua e sembrano quasi delle navicelle spaziali con a bordo degli alieni.

E il calcio? Sicuramente le divise traspiranti hanno pochi punti in comuni con le casacche di Rivera e Mazzola ed il pallone di nuova generazione sembra un lontano parente della vecchia palla di cuoio con le cuciture ben in vista e magari irregolari.

Oggi quelle realizzate dai bambini pakistani sembrano perfette. Il pallone è più leggero e permette traiettorie impossibili ma fondamentalmente il calcio è rimasto quello di una volta.Insomma, il pallone è rotondo e non è una maglia più o meno attillata a fare la differenza. Forse è per questo che resta il più bel gioco del mondo.

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