«La cintura è per l’Italia Imitavo Schwarzenegger e ora vivo il mio sogno» 

Wrestling. L’altoatesino di Falzes ha vinto il titolo di coppia della WWE con Marcel Barthel «Giocavo a calcio e a pallamano; poi a 13 anni ho visto un match in tv e ho capito cosa volevo»


Matteo Igini


Bolzano. Da Falzes al centro del ring. Dall'Alto Adige al centro del mondo. Una settimana fa, Fabian Aichner ha riscritto la storia del wrestling italiano, vincendo gli NXT Tag Team Championship, i titoli di coppia del brand giallonero della WWE, la federazione di sport-entertainment più importante del pianeta, la cui programmazione complessiva raggiunge più di 800 milioni di case. L'ultimo italiano a detenere una cintura della WWE, che allora si chiamava ancora WWWF, fu il leggendario e indimenticato Bruno Sammartino, nel 1977. 43 anni dopo è arrivato Fabian, che - assieme al tedesco Marcel Barthel - è riuscito nell'impresa. E ora i riflettori sono tutti per lui. La WWE, con il suo perfetto mix tra sport e spettacolo, è un prodotto che vanta milioni di appassionati. Tutti conoscono Hulk Hogan, Triple H, The Rock, The Undertaker o John Cena. Adesso sta iniziando a brillare un'altra stella. Quella di Fabian Aichner. Il 29enne altoatesino, che ora vive a Orlando, in Florida, si è fatto le ossa in Germania e in Inghilterra. Tre anni fa è entrato in orbita WWE grazie alla partecipazione al Cruiserwight Classic. Ha sfruttato l'occasione per mettersi in mostra e strappare un contratto con la compagnia di Vince McMahon, che lo ha inserito nel roster di NXT. Nello show giallonero, terzo brand, dopo Raw e Smackdown, della galassia World Wrestling Entertainment, il pusterese si è messo in luce e da quando è stato inserito nella “stable” dell'Imperium ha trovato sempre più spazio nello show televisivo trasmesso in Italia da Sky. L'apoteosi è avvenuta una settimana fa, grazie alla vittoria ottenuta in coppia con Barthel contro Timothy Tatcher e Matt Riddle, i detentori del titolo prima che sulla loro strada trovassero la coppia italo-tedesca, di cui fanno parte anche l'austriaco Walter, il leader del team, e Alexandre Wolfe.

Fabian, ora si trova a indossare una cintura della WWE, ma quando è nata la sua passione per il wrestling?

«In realtà tutto è partito quando ero bambino. Il mio idolo, infatti, è Arnold Schwarzenegger e per me è stato una fonte di ispirazione. Guardando lui ho capito che nella mia vita avrei voluto fare qualcosa di speciale. Ho giocato a calcio e a pallamano. Poi c'è stato lo sci e pensavo potesse essere quello il mio futuro. Invece, mi sono accorto che cercavo altri stimoli. Un giorno, quando avevo 13 anni, ho visto su Italia Uno gli ultimi cinque minuti di Smackdown. E lì ho capito tutto. Ho iniziato ad allenarmi in segreto e poi a 19 anni c'è stata la prima svolta. Durante la settimana lavoravo, mentre il weekend andavo in Germania per allenarmi alla scuola di Alex Wright (ex wrestler WCW, ndr)».

Tanti sacrifici, tanta gavetta. Ma avrebbe mai pensato un giorno di vedersi con una cintura della WWE attorno alla vita?

«Prima di tutto dovevo arrivare in WWE. Una volta riuscito, ho sempre avuto come obiettivo quello di vincere un titolo. Adesso ce l'ho fatta, ho vinto il titolo di coppia, e in futuro vorrei vincerne uno individuale e poi arrivare a combattere a Wrestlemania, l'appuntamento più importante al mondo del wrestling».

A chi dedica questa vittoria?

«A tutta Italia. Ho sentito l'affetto, ho ricevuto veramente tantissimi messaggi. Poi ovviamente alla famiglia. Mi auguro che la WWE possa organizzare tanti show nel Paese dove sono nato perché sono orgoglioso di rappresentare la nostra nazione».

Nella WWE gli atleti vengono divisi tra “face”, i buoni, ed “heel”, i cattivi. Lei in questo momento svolge la parte da heel, ovvero il wrestler che ha anche l'obiettivo di attirarsi le antipatie del pubblico. Come si trova in questo ruolo?

«A mio agio, anche se negli ultimi mesi la situazione è un po' surreale, lottiamo senza pubblico».

A causa del coronavirus, infatti, gli show ora si stanno svolgendo senza pubblico. Che effetto fa?

«È una sensazione completamente diversa dal solito. Però dobbiamo essere comunque felici perché ogni settimana possiamo partecipare ai nostri show».

In questi anni ha combattuto sia in Gran Bretagna, a NXT UK, che negli Stati Uniti. Che differenze ci sono tra i due show?

«In Europa c'è un'energia enorme e si tifa come se fosse una partita di calcio, uno sport che conosco bene e che ho praticato».

Dove ha giocato?

“Nel Falzes, la squadra del mio paese. Giocavo terzino sinistro”.

Segue ancora il calcio?

«Da quando mi sono trasferito lo seguo poco, ma qualche volta capita di guardare alcune partite».

Per quale squadra tifa?

«Non tifo per una squadra in particolare, ma seguo alcuni calciatori, come Gianluigi Buffon, che è una leggenda, e Lorenzo Insigne. In lui vedo qualcosa di speciale».

Ci sono alcuni wrestler che ammirava da ragazzino e che poi ha conosciuto grazie a questa opportunità?

«Faccio i nomi di due idoli, ovvero Kurt Angle e Shawn Michaels, ma non chiedetemi quale sia il migliore tra i due. Shawn Michaels, poi, è anche un mio coach ed è così surreale lavorare assieme a lui. Poi ce ne sarebbero anche tanti altri, come Undertaker, Batista e Triple H... Sono un bambino di 13 anni che vive il suo sogno».

A proposito di sogni. Immagini di chiudere gli occhi e di riaprirli all'improvviso: si trova sul ring di Wrestlemania. Chi c'è davanti a lei come avversario?

«Intanto al mio fianco vedo Marcel. E di fronte a noi ci sono Kurt Angle e Shawn Michaels. Che match che sarebbe!».

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