L'INTERVISTA davide stoffie 

«Protocolli anti-virus studiati a fondo» 

I dettagli. Il direttore generale: «Le iniziative di contorno sono  praticamente azzerate, teniamo solo la sostanza: la gara  e il momento della sciata per le persone. Ristori evitando i contatti»



Predazzo. Se Corradini è la mano “politica” di Marcialonga (ma spesso lo troviamo con le mani in… pasta in ogni campo tecnico), Davide Stoffie, il direttore generale, è il braccio operativo. Anche lui conferma che sarà una gara in cui la sicurezza sanitaria sarà l’obiettivo principale. Ma come sarà la partenza solitamente affollata? «Sarà un po’ un ritorno al passato – afferma Stoffie. - Fondamentalmente ci saranno sei gruppi ed ognuno avrà spazio sufficiente per starci con gli sci ai piedi. I primi due gruppi saranno sui binari di partenza nello stadio di Moena. Gli altri 4 partiranno all’esterno del campo sportivo, zona prato ex parcheggio, sede delle partenze di massa di una volta, ed entreranno nello stadio dal cancello a sud già con gli sci ai piedi, sempre nei binari e indossando la mascherina sino ad un minuto dalla partenza. All’arrivo ne riceveranno una seconda. Fatto importante: un atleta tesserato FISI iscritto a gare internazionali può viaggiare tra regioni. Oggi manderemo ai partecipanti un’autocertificazione del Ministero con la motivazione già compilata, ovvero l’iscrizione alla Marcialonga. Ovviamente il tragitto sarà quello più breve per arrivare alla gara, ma non si potranno trasportare famigliari, le regole sono quelle delle varie zone colorate. Agli stranieri che vengono apposta per la manifestazione serve un tampone negativo in entrata, ma ognuno deve seguire le norme ministeriali».

Facile immaginare che con la pandemia il lavoro in Marcialonga sia stato gravoso. Stoffie ribadisce: «Per noi è stato lo stesso di sempre, le giornate sono sempre di 24 ore e si lavora finché si può. Venerdì è uscito un decreto, qualcosa sappiamo, ma spesso abbiamo ricevuto telefonate di chi aveva dubbi e noi eravamo dispiaciuti nel non poter dare una risposta certa. Dopodiché, si tratta di stravolgere tutte le tradizioni e i modi di lavorare di una volta. Si tira all’ultimo con i fornitori, perché si confermano tutti i numeri all’ultimo minuto: è snervante non poter avere una programmazione concreta. Sul fatto che sia opportuno o meno organizzare la gara, noi lo facciamo perché è il nostro lavoro, perché ci piace e perché pensiamo sia un’opportunità per tutti, non solo per noi. Sappiamo cosa si dice in giro dell’indotto di Marcialonga, non è nostro: noi di quei nove milioni vediamo solo i 75 euro dell’iscrizione di ciascuno. Non abbiamo alberghi o ristoranti da riempire. Confermo che è possibile iscriversi solo online fino al 24 gennaio, ma è fuori luogo pensare alla Marcialonga come l’abbiamo in mente: ci sarà un sesto dei partecipanti, gli eventi di contorno sono praticamente azzerati, teniamo solo la sostanza, la gara e il momento della sciata per le persone. Noi abbiamo pensato di farla nel miglior modo possibile e così andiamo a dormire sereni, se così non fosse saremmo anche un po’ stupidi a forzare la mano per riuscire a fare l’evento. Pensare al futuro delle altre due manifestazioni, la Cycling e la Running, è utopico in questo momento, ci stiamo lavorando e le gare continuano, ma l’attenzione è tutta sulla Marcialonga invernale. I partecipanti stranieri ci dicono che sono dispiaciuti di non poter venire, anche perché vedono la situazione meteo, ma saranno ben pochi, purtroppo, a parte gli atleti Ski Classics. Hanno difficoltà a trovare il volo, hanno paura del rischio, anche alto, di rimanere bloccati in Italia in quarantena. Non puntiamo ad un numero specifico di atleti, sappiamo di poterne gestire fino a 4.000, in maniera sicura. Tutti quelli che vorranno essere con noi - sono convinto - passeranno una bella giornata, chi non vorrà la vedrà sicuramente in televisione, ne leggerà le cronache sui giornali, si farà venire un po’ di gola e sarà presente per la 49a Marcialonga, nel 2022». I ristori saranno gli stessi del passato, tutti confermati. «Gli atleti si “sparpaglieranno” tra un ristoro e l’altro - precisa Stoffie - , senza fermarsi ad uno solo, come si poteva ipotizzare. Sarà gestito tutto con monoporzioni sigillate, non saranno dunque i ristori che hanno reso grande la Marcialonga con polli, panini, porchette, frutta secca. Il rifornimento non sarà più volante: gli atleti dovranno fermarsi. Non saranno presenti i bambini con i vassoi, bisognerà prendersi il tempo di fermarsi e ritirare la propria confezione. In questo modo evitiamo che i volontari debbano “abbracciare” i concorrenti, un rischio che in questo momento non possiamo e non dobbiamo permetterci. A fine gara ci sarà un panino caldo, che preparerà la Croce Rossa Italiana - sezione di Fiemme e Fassa».

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