Calcio serie C

Südtirol, sospesa la partita col Legnago

La partita di Legnago è stata sospesa dopo un solo tempo di gioco per via della scarsissima visibilità delle linee di gioco. Al momento della sospensione i biancorossi conducevano 1 a 0


Filippo Rosace


LEGNAGO. La geometria frena il Südtirol. La trasferta di Legnago scivola fuori dal rettangolo di gara, per la decisione dell’arbitro di sospendere la contesa dopo un solo tempo di gioco per via della scarsissima visibilità delle linee di gioco.

Gli annunciati temporali fanno il loro dovere anche su Legnano e sul terreno del “Mario Sandrini”. Pioggia torrenziale che non solo rende il campo pesante ma cancella anche la geometria del terreno di gioco, il cui disegno (stando alle indiscrezioni) era stato descritto solo sabato scorso, tempo esiguo che non ha consentito al gesso di mostrarsi impermeabile alla pioggia.

La sfida è andata in scena per una sola frazione, durante la quale il Suedtirol di Javorcic era riuscito a sbloccare il match con la rete di Odogwu. Alla mezz’ora del primo tempo, sotto la pioggia battente, il signor Gauzolino di Torino ha stoppato il film della gara, imponendo agli addetti ai lavori di correre ai ripari nel riportare la macchina tracciatrice in campo, per restituire tono e chiarezza alle linee del campo. La gara è rimasta sospesa per sette minuti, per poi riprendere la corsa sino al duplice fischio.

Al ritorno in campo l’arbitro si è presentato accompagnato dai due capitani: Tait e Contini. Il terzetto ha viaggiato per la corsia di terreno sotto la tribuna, dove l’arbitro ha scodellato al sfera nei punti più critici perché ridotti ad un pantano dalla pioggia che, nel frattempo, continuava a cadere copiosa.

Capitan Tait si è sgolato nell’invitare l’arbitro a controllare altre zone del terreno dove la palla avrebbe trovato migliori rimbalzi, ma l’arbitro è sembrato sempre e comunque irremovibile in quella decisione di sospendere la gara.

A parte la pioggia, in quei momenti in campo son piovuti anche le proteste del pubblico, e gli atteggiamenti nervosi di alcuni tra gli addetti ai lavori, ed anche situazioni grottesche come quelle che hanno visto due dirigenti del Suedtirol provare a drenare le parti del campo più allagate utilizzando una panca da festa campestre.

Momenti di grande confusione ed anche tensione, con il Suedtirol che sosteneva la tesi della ripresa del gioco, mentre la parte veronese sosteneva l’esatto contrario. A mettere d’accordo (si fa per dire) le parti ci ha pensato il direttore di gara.

La giacchetta nera torinese, ha richiamato in campo la macchina tracciatrice ma si è reso conto che il lavoro della stessa sarebbe stato egualmente vanificato dalle ire di Giove Pluvio che continuavano ad esibirsi senza soluzione di continuità.

Da qui la decisione: partita sospesa per assenza di tracciatura del terreno di gioco. E qui si apre la possibilità per il Suedtirol di poter invocare la responsabilità della squadra di casa che avrebbe dovuto provvedere a rendere fruibile l’impianto di gioco per la partita. Responsabilità che richiama indirettamente a quanto si verificò ad Imola con il buio determinato da uno dei piloni dei riflettori.

Nelle prossime ore sapremo quale sarà la decisione del Giudice Sportivo in merito alla (presunta) responsabilità del Legnago e, di conseguenza, sulla possibile vittoria a tavolino da assegnare al Suedtirol. Caso contrario la partita sarà rigiocata, per solo un tempo (secondo) o addirittura dall’inizio. In questa seconda ipotesi, è più facile, vista la giurisprudenza, che si riparta dal 1’ minuto della ripresa.

Mantenendo buono il primo tempo che mister Javorcic, visto lo scenario del terremo pesante, ha affrontato spedendo in campo una formazione non benedetta dalla leggerezza di Casiraghi e Voltan, ma affidando le percussioni alla fisicità del trio Rover-Odogwu-Candellone. Strategia che viene subito premiata perché al 4’ il Suedtirol passa in vantaggio.

L’azione parte da Fabbri che appoggia verso il mobile Broh, l’assist del centrocampista è per il piazzato Odogwu che, seppur pressato da due avversari, spalle alla porta si gira ed infila la rete avversaria con un preciso rasoterra che s’infila nell’angolo basso.

Alla mezz’ora il direttore di gara sospende i lavori, intimando agli addetti ai lavori la necessità di ridisegnare il rettangolo di gioco, le cui linee sono state “sbianchettate” dalla pioggia. Al 40’ c’è il primo vero brivido per il Suedtirol: scatta in contropiede Contini, inseguito vanamente da Curto, l’attaccante si propone in velocità e da fuori area stanga deciso verso la porta dove trova l’opposizione di Poluzzi che devia in spaccata in calcio d’angolo. Finisce qui la prima frazione, ed anche la gara dedicata al calcio giocato.













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