«Un Giro ecologico e di qualità» 

L’organizzatore Simon Kofler. «Abbiamo dovuto alzare il livello dell’offerta per distinguerci rispetto ad altre manifestazioni. Ogni tappa ha un abbinamento gastronomico, ci sono i massaggiatori e anche macchine elettriche al seguito. Grande attenzione alla sicurezza


Valentino Beccari


Bolzano. Con i suoi 43 anni di vita il Giro delle Dolomiti è la manifestazione sportiva amatoriale più longeva dell’Alto Adige. Una “classica” del calendario cicloturistico che nel corso degli anni è sempre rimasta fedele alla tradizione e ai suoi principi, concentrando l’agonismo nel tratto cronometrato ma senza ma degenerare nell’estremismo dell’ordine d’arrivo o nell’assillo del cronometro. Certo, c’è una classifica perchè la competizione fa parte della natura umana, ma è assolutamente secondaria rispetto al fascino di pedalare con un paesaggio suggestivo e unico al mondo sullo sfondo.

Al giro dell'Alto Adige sui passi dolomitici più belli, che si svolge dal 21 al 27 luglio, parteciperanno 600 ciclisti di oltre 30 nazioni diverse. La maggior parte, ossia oltre l'80 percento, affronterà tutte le sei tappe previste. E circa lo stesso numero di concorrenti porterà con sé almeno un accompagnatore.

A circa un mese e mezzo dal via della 43ª edizione del leggendario evento ciclistico altoatesino si sono iscritti già 480 concorrenti. È stato quindi assegnato l'80 percento dei posti disponibili. "È un ottimo risultato, ben superiore alle cifre degli scorsi anni nello stesso periodo. Per esperienza sappiamo che nelle ultime settimane prima del Giro si registrano ancora numerosi ciclisti, soprattutto di altoatesini", commenta Luca Gransinigh, vicepresidente del Giro delle Dolomiti.

Altro motivo di orgoglio per gli organizzatori è di poter vantare, tra gli iscritti, molti concorrenti d'oltremare provenienti da Colombia, Australia, USA, India e, per la prima volta, da Messico e Perù. "L'età media tra gli uomini è di 47 anni, nelle donne leggermente più bassa", riferisce Gransinigh.

Negli ultimi anni il Giro delle Dolomiti, pur restando fedele ai suoi comandamenti, si è rifatto il trucco anche perchè c’era bisogno di qualcosa di nuovo. L’autore del make-up e Simon Kofler, manager del settore bancario, poliglotta e visionario e che con 2mila chilometri di bici all’anno nelle gambe si è cimentato in manifestazioni di clicloturismo a tutte le latitudini.

«Abbiamo dovuto alzare il livello dell’offerta – afferma Simon Kofler – per distinguerci rispetto ad altre manifestazioni. C’è la possibilità di pedalare per una settimana sulle strade più belle del mondo semichiuse o chiuse al traffico. È un Giro anche di”gusto” con un abbinamento gastronomico per ogni singola frazione».

È una corsa di nicchia in un certo senso con un trattamento particolare per ogni concorrente.

«Non vogliamo e non possiamo metterci a fare la concorrenza alla Maratona dles Dolomites, non vogliamo numeri impossibili ma anzi abbiamo fissato un tetto massimo di 600 partecipanti più i residenti. Ogni concorrente ha il suo pettorale con nome, cognome e nazionalità. Eppoi a fine gara ci sono i massaggiatori a disposizione e il livello degli alberghi è davvero elevato. È un Giro ad impatto zero con macchine ecologiche al seguito ma soprattutto è un Giro sicuro perchè c’è sempre l’assistenza medica al seguito».

Il Giro delle Dolomiti riveste anche un importante ruolo economico che in una settimana porta seimila pernottamenti ed è una cartolina illustrata vivente che raggiunge tutto un po’ tutto il mondo.

«Quest’anno avremo 50 russi – conclude Kofler. americani, peruviani, indiani messicani e poi tutti gli europei. Un video sul Giro ddelle Dolomiti è trasmesso su tutti i treni ed il nostro brand sta crescendo soprattutto come veicolo promozionale del territorio».

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