L'intervista

Zauli: «Il mio Südtirol sarà molto simile a quello che ha vinto la serie C»

Parla il mister: «L’idea di base è quella che ha permesso all’Fc di vincere, che è anche un po’ quella che applicavo spesso nell'ultimo anno vissuto con la Juventus U23 dove utilizzavo il “4-3-2-1”»


Filippo Rosace


BOLZANO. Tecnica e velocità. E’ il credo che mister Lamberto Zauli diffonderà nel Südtirol che verrà, ovvero in quella compagine che, chiamata a debuttare in cadetteria, dovrà esibendo piedi buoni, visione di gioco e pensiero veloce. Südtirol che verrà che mister Zauli è chiamato a plasmare potendo contare sullo zoccolo duro dei nove reduci dall’eroica stagione della promozione (Poluzzi, De Col, Zaro, Vinetot, Curto, Davi, Tait, Casiraghi, Rover) e sui nuovi innesti che il tecnico romano sta concordando con il Ds Paolo Bravo.

«Infatti, - è l’esordio di mister Zauli - c'è questo rapporto intenso e quotidiano con il Direttore (Bravo, ndr) finalizzato alla scelta dei nuovi arrivi. E’ un confronto, quello con Paolo, davvero serrato e sicuramente costruttivo. Il prossimo 4 luglio ci ritroveremo tutti quanti a Maso Ronco dove cominceremo i primi allenamenti, per poi trasferirci il 10 in Val Ridanna».

Confronto e condivisione di scelte che passa, inevitabilmente, anche con l’idea di gioco che la “matricola delle matricole” Südtirol dovrà avere sin dalla prima giornata di campionato. Atteggiamento e schieramento in campo che mister Zauli svilupperà seguendo il tema della continuità.

L’idea di gioco del Südtirol sarà molto simile a quella che ha permesso alla squadra di vincere il campionato scorso, e in modo strepitoso. Quindi partiremo costruendo una difesa a 4, un centrocampo a tre e altrettanti attaccanti che potranno essere “più stretti” o “più larghi”, il tutto dipenderà da chi arriverà. L’idea di base è comunque quella che ha permesso al Südtirol di vincere il campionato, che è anche un pò quella che applicavo spesso nell'ultimo vissuto con la Juventus U23. Con la Juve, ad esempio, abbiamo giocato con il 4-3-2-1 per quasi tutto il girone d'andata. In ogni caso, voglio aggiungere che il modulo, secondo me, è la rappresentazione tattica dei giocatori che si hanno a disposizione, e che spetta all'allenatore disporli in campo nelle migliori condizioni.

Confermato lo zoccolo duro dei nove “reduci”, il volto nuovo del Südtirol passa dal primo arrivo ufficiale che è quello di Mirko Carretta.

E’ un giocatore che già conoscevo – spiega Zauli – Un giocatore importante per la categoria al quale abbiamo riconosciuto gamba, qualità e voglia di venire al Südtirol per mettersi in gioco. Carretta ha velocità e spunto in avanti, quindi è sicuramente un elemento che risponde alle caratteristiche da noi richieste, per cui ci sono tutte le componenti per poter puntare su di lui.

E le caratteristiche richieste a Mirko Carretta sono le stesse che dovrà avere impresso nel dna ogni singolo elemento della rosa di Maso Ronco.

La tecnica e la velocità sono doti importanti non solo per chi gioca davanti ma per ogni elemento delle altre due linee. Per il centrocampo, ad esempio, sarà molto importante avere geometria, presenza fisica e gestione veloce del pensiero. Sono requisiti che la categoria richiede, ed è per questo che nel reparto cercheremo di inserire elementi di esperienza. Per noi tutti la serie B rappresenta un debutto, e per questo non vogliamo farci trovare impreparati. La velocità è l'aspetto fisico sarà il tema dominante delle nostre scelte di mercato. Play alto o play basso? A centrocampo, oltre alla necessaria tecnica, ci dovranno essere degli interpreti capaci di creare gioco e giocate imprevedibili. Più giocatori avremo con queste caratteristiche e maggiore saranno le nostre possibilità di far gol. Idea che cercheremo di proporre anche quest'anno, partendo dalla solidità, perché sarà un campionato molto difficile dove la fisicità farà la differenza e alzerà inevitabilmente il livello della qualità, nello stesso tempo dovremo avere giocatori bravi nelle due fasi di gioco. Se saremo bravi a fare questo, significa che saremo vicini a diventare una squadra di serie B.

Il nuovo Südtirol è in fase di costruzione e, presumibilmente, il cantiere rimarrà aperto sino alla fine di agosto. Per cui il pensiero corre veloce: quando vedremo in campo il vero Südtirol?

Il volto definitivo della squadra si crea nella quotidianità, giorno dopo giorno, non servono le partite ma servono gli allenamenti. Bisogna stare insieme per conquistarsi la stima dell'uno con l'altro. Questo è il compito principale ed importante dello staff. Obiettivo che cercheremo di focalizzare da subito. Stiamo comunque parlando di una società, di un direttore sportivo e di tanti giocatori che già conoscono l'ambiente, si conoscono tra di loro e si stimano. Per cui il percorso è già avviato e si tratterà di inserire in questo contesto i giocatori che entreranno a far parte di questo mondo.

Il nuovo mondo è anche quella serie B, conquistata con forza, e che dal 13 agosto bisognerà affrontare con la consapevolezza di partecipare ad una “A2”.

Ci attende un campionato molto complicato e più difficile rispetto a quello degli ultimi anni. La prossima serie B vanta piazze importanti, città importanti, tutte le partecipanti si stanno dando da fare per allestire squadre competitive e che vorranno proporsi da protagoniste. Sarà un campionato difficile ma non impossibile. Le capacità della società, quelle direttore ed il grande campionato della passata stagione, hanno inviato un messaggio importante: la voglia di volerci stare! Provare in tutti i modi di saperci stare dentro un campionato così difficile. Cosa mi ha colpito fino ad oggi del mercato estivo? Niente in particolare, anche perché il giro degli attaccanti di solito è quello che fa più rumore, come l’interesse sviluppato da tante società per Coda. Per il resto tutto procede come previsto, in uno scenario occupato da squadre come Venezia, Genova, Cagliari, Pisa, Brescia e tante altre che puntano a costruire una rosa importante.

Scenario in cui il Südtirol proverà a destreggiarsi non solo sulla base della tecnica e della velocità, ma la truppa biancorossa respirerà l’aria della cadetteria seguendo, oltre agli schemi, anche la filosofia del tecnico romano...

Il calcio va vissuto tutti i giorni . Ho cinquant'anni e da quando ne avevo 14 ho avuto la fortuna di vivere il percorso calcistico. Strada che prevede la possibilità di disputare ottime annate ma di recitare anche stagioni deludenti. Il segreto per vivere l’ambiente e giocare al meglio è quello di realizzare subito la necessaria empatia, lo stare bene insieme e porsi un obiettivo unico e reale…non chiacchiere…ma uno scenario reale dove tutti si impegnano a viverlo compatti, puntando a realizzare qualcosa di eccezionale. Quando si crea questo ambiente, anche quelle squadre, sulla carta definite più deboli, saranno capaci di realizzare imprese straordinarie. E noi, vogliamo essere quelli.













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