A scuola all’estero: Mara a Hong Kong Giulia in Brasile 

Le esperienze delle sorelle Gortan originarie della Val Badia Simone da Frangarto al Giappone; Sharon in Honduras  


di Antonella Mattioli


BOLZANO. Quando Mara Gortan, 15 anni, alle 7 di mattina si sveglia ad Hong Kong, per fare colazione e poi andare a scuola; a oltre 20 mila chilometri di distanza, a Dourados in Brasile, sono le 7 di sera e sua sorella Giulia, 17 anni, si prepara per la cena. Entrambe originarie di San Martino in Val Badia, sono due degli undici adolescenti altoatesini che stanno partecipando al progetto dell’associazione Intercultura: un anno all’estero come occasione per migliorare le conoscenze linguistiche, ma soprattutto scoprire altre culture nello spirito originario dell’associazione nata in Francia nel 1915 e in Italia nel 1955. Raccontiamo l’esperienza delle sorelle badiote, di Sharon Panebianco e Simone Cidoni, perché c’è ancora tempo fino al 10 novembre, per iscriversi al bando di concorso 2019-2020 di Intercultura e fare - il terzo o il quarto anno di scuola media superiore- all’estero.

Hong Kong. «Io - racconta Mara Gortan - sono iscritta al terzo anno del liceo linguistico a La Villa, ma ho deciso di vivere e studiare per un anno in un mondo completamente diverso. Ecco perché ho scelto Hong Kong. Sono arrivata alla fine d’agosto e mi trovo benissimo sia nella famiglia che mi ospita che con i nuovi compagni di scuola. Le lezioni sono inglese e in cantonese. La strada è ancora lunga, ma da grande mi piacerebbe lavorare all’Eurac come ricercatrice in campo linguistico».

Brasile. Giulia, iscritta al quarto anno del liceo scientifico a Brunico, si vede invece con il camice bianco del medico; intanto però è in Brasile. Partita all’inizio di agosto, tornerà in Val Badia la prossima estate. «All’inizio - confessa - è stato uno shock: mi immaginavo spiaggia e sole e mi sono ritrovata a Dourados, vicino al Paraguay. Superato lo smarrimento iniziale, mi sto ambientando anche grazie alla famiglia che mi ospita. E comunque un primo risultato l’ho già ottenuto: parlo portoghese».

Honduras. Sharon Panebianco, 17 anni di Laives, studentessa dell’Istituto economico in lingua tedesca di Ora, è a Siguatepeque in Honduras: «Molti italiani lo conoscono solo per il programma tv “L’isola dei famosi”, in realtà è un Paese che ha molto da offrire. Io che inizialmente sognavo gli Stati Uniti, ho inserito l’Honduras tra le possibili mete, perché amo la cultura latina e mi piace ballare. Ma soprattutto mi affascina l’idea di studiare per un anno in una scuola bilingue: sto imparando bene inglese e spagnolo. La situazione qui sotto il profilo linguistico è molto simile a quella altoatesina. Sono ospite di una grande famiglia hondurégna: ho tre fratelli e una sorella che mi fanno sentire a casa. La difficoltà principale? Non fraintendere certi comportamenti che derivano proprio dalla diversa cultura. Basta avere tanta pazienza e curiosità di conoscere, non fermandosi alle apparenze. Ad esempio qua c’è la famosa ora hondurègna: fatta eccezione per scuola e lavoro, sono sempre almeno un’ora in ritardo. All’inizio facevo fatica, ormai mi sono abituata e do gli appuntamenti mezz’ora o un’ora prima, così ci si trova all’ora che voglio io».

Giappone. Da Frangarto al Giappone: è l’esperienza che sta vivendo Simone Cidoni, 17 anni, iscritto al liceo linguistico tedesco di Bolzano. La mamma, che oggi gestisce l’albergo Regina davanti alla stazione dei treni, aveva fatto un’ esperienza analoga con Intercultura, ma alle Hawaii. «Il Giappone - spiega - l’ho scelto per la passione per “anime” e “manga” che poi si è evoluta in curiosità culturale. Sono arrivato a Tokyo, dopo un campo di formazione iniziale di tre giorni, il 25 agosto senza aspettative e senza pregiudizi, con la mente aperta ad apprendere e comprendere, immergendomi sin da subito in quella che sarebbe stata la mia realtà per un anno. Obiettivo principale: fare una nuova avventura. La mia vita oggi non è migliore e neanche peggiore, è diversa. E mi piace così».

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