«Assegno di cura, esclusi troppi malati» 

Seitz (Asaa): da rivedere criteri e parametri del team di valutazione. Progetto di Podini e Cedocs per qualificare le badanti



BOLZANO. «L’assegno di cura va ripensato e ricalibrato. Così com’è esclude troppi malati».

Ulrich Seitz, presidente dell’Associazione Alzheimer Alto Adige, lancia un appello nella Giornata mondiale della patologia: «Non è possibile che i team di valutazione che decidono l’importo di cura (per la “non autosufficienza”) assegnino ai pazienti al massimo il secondo livello quando sappiamo tutti con quale attenzione va seguito un malato di Alzheimer. Non possiamo dire che se “deambula” allora non ci sono problemi... perchè le questioni sono ben altre e non si può pensare di caricare gli oneri dell’assistenza sulle famiglie».

In Alto Adige dal 2008 la Provincia (unica in Italia) elargisce un assegno per la non autosufficienza suddiviso in 4 livelli in base al fabbisogno della persona: il primo livello che richiede più di 60 - 120 ore di assistenza prevede un assegno di 559,50 euro al mese; il secondo (più di 120 -180 ore) è di 900 euro al mese, il terzo (più di 180 - 240 ore) di 1.350 euro al mese, il quarto (più di 240 ore) di 1.800 euro al mese. «Capisco che la popolazione stia invecchiando e la richiesta di denaro rischi di diventare problematica ma non è possibile che la stragrande maggioranza dei malati di Alzheimer percepisca contributi per il primo o il secondo livello. C’è qualcosa che non va. I parametri dei team vanno ricalibrati ma vanno anche percorse altre strade. Penso per esempio a nuove forme di assicurazione ... Credo che il settore dell’industria e dell’economia debba aiutarci per mettere in piedi modelli nuovi anche perchè in Alto Adige i malati sono dai 12 ai 13 mila, con 1000 nuovi casi l’anno». E Seitz spiega anche che va migliorata la qualità dell’assistenza ai malati ed alle famiglie. A proposito ieri l’Associazione Alzheimer ha presentato in conferenza stampa una novità. «Il corso Cedocs per badanti, promosso dal nostro sponsor, Alex Podini. L’imprenditore». «All’inizio ci arrabbiavamo - racconta Podini - ci chiedevamo perché nostra madre non capisse. Non riuscivamo ad accettare che soffrisse di Alzheimer. Tutte le badanti che ha avuto erano bravissime. Ma una in particolare - Oksana - era determinata a studiare, tanto che seguiva un corso a Salerno, in Campania, e ci andava in pullman. Un’odissea. Allora ho pensato che sarebbe stato più utile fornire al personale un modo per prepararsi alla professione direttamente qui in Alto Adige ed insieme all’Associazione Alzheimer ed al Cedocs abbiamo messo in piedi questo corso. Perchè seguire un paziente non è facile. Non sanno come comportarsi i familiari, ed è successo anche a noi, ma spesso non sanno che fare nemmeno le badanti». Perchè - come ha raccontato ieri Oksana - i pazienti passano da momenti di calma ad un’aggressività improvvisa. «Non possiamo dar loro solo cibo e pillole, devono insegnarci a gestirli al meglio. Per questo andavo fino a Salerno ad imparare». Il progetto pilota del Cedocs (con attestato finale) ha una durata complessiva di 48 ore, inizia il 20 ottobre e termina il 6 dicembre per un totale di 14 incontri pomeridiani. La quota di iscrizione è di 40 euro a persona per un massimo di 15 iscritti. Le iniziative dell’Associazione non finiscono qui, sono molteplici. Vanno (tra le altre) dallo screening sulla demenza alla terapia con l’arte, dal percorso “Hands on dementia” al catalogo “Mettere segni”, iniziativa artistica di Lasa. Seitz conclude spiegando che «purtroppo la provincia non riesce a stare al passo con le richieste dei pazienti e delle loro famiglie che - non trovando risposte - chiedono aiuto all’associazione stessa, ai gruppi di auto aiuto e al numero verde (800 660 561). Se avete bisogno di aiuto, di consigli, siamo qui». (v.f.)















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