Oltrisarco, torna il cinema Costellazione 

Don Cassaro (SS Rosario): proietteremo pellicole che valga la pena vedere. Un cineforum di quartiere, un nuovo Filmclub


di Paolo Campostrini


BOLZANO. C'era una volta il "Costellazione". Come c'erano il Druso, l'Augusteo, il Corso, il Boccaccio, il Concordia, l’Astra, il Cristallo, il Columbia, l’Eden. Loro non ci sono più, lui ci sarà. Presto Oltrisarco riavrà il suo cinema ma per proiettarci film non per farci soltanto dell'altro. Lo dice don Luigi Cassaro, che è prete di frontiera, visto come si è calato nella realtà di un rione stretto dall'asse di via Claudia Augusta, in perenne crisi di identità e in cerca di riscatto prima che cristiano, soprattutto urbano e dunque laico. Ma anche sacerdote di lotta e di governo tanto che, da quando è diventato parroco del SS Rosario, quel luogo ha smesso di essere solo chiesa e sagrato per diventare prato, centro culturale, sala convegni e, appunto, cinema. Svela i programmi, don Luigi: "Torneranno i film. Certo non tutti e non sempre quelli appena usciti. Sarebbe da stupidi far concorrenza alle multisale...". E allora? "Rassegne, cicli tematici, pellicole classiche e no, titoli che valga la pena vedere. Insomma un cineforum di quartiere, dove trovare una poltroncina e due ore di proiezione in mezzo agli altri. Diciamo, un nuovo Filmclub". Ecco cosa succederà al Costellazione. Che è stato, per decenni, la sala di Oltrisarco. Compariva sulle pagine dell'Alto Adige accanto al Boccaccio, in via Torino o all'Augusteo in via Dante. Al Concordia e al Druso. Brutta fine per gli altri. E bruttissimo destino pareva configurarsi anche per il Costellazione, costretto com'era, oltre che dalla crisi delle sale per l'avvento della pay tv e delle videocassette, anche dalla condizione urbana. Travolto dall'aggressione del traffico su via Claudia Augusta, diventata nel frattempo tangenziale anomala. E dalla progressiva marginalizzazione del quartiere, compresso dalla precarietà di quell'asse commerciale e pure dal ridisegno sociale dell'ex Zona indurtriale lì, al suo fianco. Il ritorno del Costellazione non è dunque una notizia solo pastorale ma pienamente urbana e sociale. Vuol dire innanzitutto la costruzione di un nuovo polo culturale e aggregativo in luoghi considerati sempre "di passaggio" e non di passeggio. Ma anche la constatazione che il cinema è l'ultimo tassello di una operazione complessa che ha aggregato pubblico e privato, fondi personali e curiali, dentro un disegno di riqualificazione che ha trasformato un sagrato in una piccola piazza e gli edifici a fianco in centri culturali e del tempo libero. "Sì - osserva- don Luigi, bresciano con il lavoro e l'impegno nel dna - è stato difficile come ricomporre un puzzle ma alla fine...". Alla fine si fanno anche le feste , lì sul sagrato. Le auto parcheggiate l'altro giorno erano "di fine lavori". Una sagra della parrocchia trasformatasi in due giorni in festa del rione. "Io sono ciellino da quando ero ragazzo - dice don Luigi - e mi resta dentro quella voglia di stare in mezzo alle cose, di non mollare, di prendermi anche gli insulti ma di andare avanti". Perchè prima della fede ci sono gli uomini e le donne. E

(questo non lo dice ma forse lo pensa), prima di riportare le persone in chiesa, si prova a riportarle almeno sul sagrato. Si tenta di farle ritornare insieme. Di essere comunità. E' stato questo il senso dell'operazione avvenuta a Oltrisarco. Mentre altrove si va avanti sullo schema "ppp" partenariato pubblico-privato, lì a metà di via Claudia Augusta si procede col plc", partenariato laico-cristiano. "A me non importa cosa vota la gente, perchè sta qui, cosa pensa: importa che ognuno faccia gruppo, del bene, aiuti e si aiuti. Faccia volontariato, dia qualcosa agli altri". Intanto lui da un cinema al quartiere. E, di conseguenza, anche alla città. Per adesso è un ricco programma di proiezioni quello che attende il Costellazione nella stagione autunnale in arrivo. Rassegne tematiche, per iniziare ad esserci. Ma aspettiamo qualche tempo e non sarà improbabile (ri)leggere i titoli dei film organizzati da don Luigi di nuovo sulle pagine del giornale. Accanto a quelli delle altre (poche) sale sopravvissute. Un miracolo?















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