Roman Gasser, la storia ci lascia

L'hockey bolzanino piange uno dei suoi fondatori e grande capo degli arbitri


Marco Marangoni


 BOLZANO. Conobbe Benito Mussolini alla base di Forlì, alla cloche dei bombardieri S79 andò a bombardare San Sebastian, sorvolò Londra con i Messerschmitt, combattè per la Regia Aeronautica e per la Luftwaffe, fu campione di nuoto e rivale di Bud Spencer (all'anagrafe Carlo Pedersoli), possente rugbista, bravo giocatore di calcio in serie B (con la medaglia del Lecce e fu compagno di Edmondo Fabbri nella Forlivese), giocatore e fondatore dell'hockey su ghiaccio a Bolzano.  Ma soprattutto lo vogliamo ricordare come il "grande capo" degli arbitri di hockey.  Con Roman Gasser se ne va, oltre che un uomo di spessore, una delle figure sportive più storiche non solo a livello altoatesino ma anche nazionale. Per questo il Comitato Olimpico Nazionale Italiano nel corso degli anni gli ha conferito la medaglia al merito sportivo.  Roman Gasser si è spento ieri all'età di 94 anni nella sua Bolzano assistito dalla moglie Trude, dai figli Martin, Brigitte e Thomas.  Gasser è stato un pioniere dell'hockey su ghiaccio. Con la sua passione ha contribuito alla diffusione e al potenziamento di questo sport sul territorio nazionale. Ha graffiato il ghiaccio naturale dei Piani, in quella zona denominata con efficacia popolare "Siberia" e quello di via Marconi, ha visto costruire (e qualche anno fa anche abbattere) il palazzetto di via Roma nonchè ereggere nei primi anni Novanta il Palaonda di via Galvani. Tra il 1948 ed il 1950 è stato biancorosso giocando assieme, tra gli altri, a Marco Biasi (portiere), Bruno Morlacchi, "Baerele" Pernstich, Hans Lux e Bruno Stenico (nel 1959 fondatore con Gasser ed Enrico Calcaterra del gruppo arbitri). Dal 1972 al 1996 è stato il presidentissimo degli arbitri per poi cedere, da presidente onorario, il testimone a Renzo Stenico che lo ricorda così: "La città di Bolzano non potrà mai dimenticare il carisma di Roman. Da lui ho imparato tanto. Nel 1959 - ricorda l'attuale presidente del gruppo arbitri - aveva fondato la commissione nazionale arbitri hockey assieme a mio padre Bruno Stenico e ad Enrico Calcaterra, allora presidente della FISG. Dal 1972 al 1996 ha guidato la nostra organizzazione della quale era tutt'ora presidente onorario. Per tutti noi la sua è una grave perdita».  Il presidente della Federazione Italiana Sport Ghiaccio, Giancarlo Bolognini ha descritto Roman Gasser come "un grande capo arbitro, un direttore di gara molto deciso, attento e corretto che sapeva assumere decisioni precise e chiare. Mi ricordo - ha proseguito il numero uno della Federazione Italiana Sport Giaccio - quando assistavamo alle partite e gli dicevo qualcosa sulle decisioni arbitrali e lui mi rispondeva: non posso commentare. La sua scomparsa lascia un grande vuoto in tutti noi, per la sjua carismatica figura come uomo, dirigente e sportivo".  Nei suoi racconti Gasser talvolta tornava alla sua gioventù. Parlava della sua passione per il volo, di quando a 19 anni si presentò al corso per avieri. "Come allievo aviere vincevo gare sportive, sconfiggendo Marina ed Esercito, una volta mi premiò addirittura il principe Umberto", ricordava qualche anno fa Gasser. Al momento delle Opzioni la sua famiglia, impaurita dalla prospettiva di essere trasferita in Sicilia, optò per la Germania e il giovane Roman dovette lasciare la regia Aeronautica e, nell'arco di una settimana, si ritrovò ad indossare la divisa tedesca.  Con Gasser la storia dell'hockey italiano, e di quello bolzanino in particolare, perde un altro pezzo di storia. Con Gasser se ne va un uomo che ha assistito alle gesta di tanti grandi nomi che l'hockey mondiale ha portato in Italia nel corso degli ultimi decenni.  

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